Il piccolo Hans - anno IX - n. 33 - gennaio-marzo 1982
sione di ricordi fluenti verso il passato, è in quanto realtà spirituale ben distinta dalla memoria inconscia o abitu dine, coincidente con l'automatismo del sistema nervoso, con l'attività senso-motoria sufficiente ad adattare l'ani male ad un mondo stabile ed uniforme. È interesse di un organismo vivente - osserva Bergson - cogliere in una situazione attuale ciò che assomiglia ad una situazione precedente, confrontare ciò che ha se guito con ciò che ha preceduto, traendo così utilità dalla propria esperienza. E l'uomo gode per questo del privi legio spirituale di una memoria che, allorché si allontana dal piano dell'azione, può dilatarsi sempre più su quello del sogno. La memoria quale coscienza che oscilla fra la concre tezza dell'azione ed il libero e spontaneo fluire dei ricordi e del sogno non è, come per Spencer, un procedere di eventi psichici che si appiattiscono aderendo o coinciden do con le trasformazioni del sistema nervoso, ma è qual cosa che se ne distacca, così come un cono rovesciato su un piano si allontana da questo, dilatandosi verso l'alto, dal vertice che tocca la superficie in un punto. Punto che simbolizza in questa immagine dello stesso Bergson quello dell'interazione fra mente e corpo. In tal modo Bergson · ritorna alla fine del secolo a quell'interazionismo spiritualistico che da alcuni decenni era stato respinto sia dalla fisiologia che dalla nuova psi cologia sperimentale. Ritorno che segna un netto rifiuto delle impostazioni riduzionistiche o associazionistiche di queste discipline che portavano a trascurare la comples sità del comportamento e dell'esperienza vissuta. La diversa analisi che dell'apparato neuropsichico vie ne compiuta da Freud nel progetto del 1895 e il diverso ruolo che in tale apparato vi svolge la memoria, è indub biamente connessa ad un diverso atteggiamento fonda mentale nei riguardi del problema mente-corpo, oltre che 144
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