Il piccolo Hans - anno IX - n. 33 - gennaio-marzo 1982

vivere reagendo come una sorta di automa agli stimoli esterni. Il fatto che la corteccia cerebrale risultava insensibile agli stimoli convalidava la tesi che il cervello fosse una struttura relativamente amorfa rispetto a quella differen­ ziata secondo una gerarchia degli archi riflessi del midollo spinale, e che quindi il controllo che il cervello esercitava sul corpo fosse dovuto all'intervento dell'anima. Fu solo durante gli anni sessanta e settanta dell'ottocento che si scoprirono lesioni della corteccia, quali cause di menoma­ zioni del linguaggio, e si potè, eccitando elettricamente alcune sue parti, produrre nel cane movimenti di parti­ colari parti del corpo. Le ricerche del fisiologo inglese Ferrier stabilirono poi definitivamente che lo schema sen­ soriale motorio dell'arco riflesso poteva venire esteso an­ che al cervello. Cervello e midollo spinale non risultavano dunque più strutturalmente e quindi funzionalmente con­ trapposti. Se ambedue potevano essere unificati nello schema anatomofunzionale del riflesso, quelle stesse fini capacità di adattamento e autoregolazione mostrate dal midollo spinale degli animali decerebrati, potevano con­ siderarsi più · che potenziate dall'intervento del cervello e non richiedere quindi, per la spiegazione del compor­ tamento umano, alcun intervento di un principio animi­ stico spirituale. Sul piano scientifico filosofico questa posizione ten­ denzialmente materialistica venne enunciata nel modo più efficace da Thomas Huxley nel 1874 come teoria dell'au­ toma cosciente, secondo cui essendo sufficiente l'attività automatica del sistema nervoso a spiegare il comporta­ mento umano anche più complesso la coscienza prodotta da tale sistema risulta una sorta di appendice inutile in quanto incapace di agire causalmente sullo stesso sistema nervoso. Non pochi fisiologi ritennero in tal modo, negli ultimi decenni del secolo e anche all'inizio del '900, che 139

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