Il piccolo Hans - anno IX - n. 33 - gennaio-marzo 1982
sulla necessità di uscire dall'università, di uscire dai suoi corsi, smettendola di cavillare sulle parole, o di cercar di contestare un prof sull'utilizzazione di questa o quella citazione di Marx, perché del Marx accademico ne abbia mo pieni i coglioni, e ascoltarlo significa servire un'uni versità borghese, e che se vogliamo buttarla per aria, la butteremo e con gli altri che stanno fuori». - X: «Allora perché sei dentro?». - Gaspard: «Perché se voglio che gli altri ne escano, bi- sogna pure che io entri dentro». - Lacan: «Vede! È tutto qui mio caro... Perché per fare in modo che ne escano, lei vi rientra». - Gaspard: «Io sostengo che è fuori che bisogna andare a cercare i mezzi per buttare all'aria l'università». - Lacan: «Ma fuori di che? Quando uscite di qui diven tate afasici? Se quando uscite continuate a parlare allora rimanete dentro». - Gaspard: · ««Non so cosa voglia dire afasico». - Lacan: «Se lei non sa cosa voglia dire afasico, è asso- lutamente rivoltante. Ad ogni modo vorrei farle notare che la configurazione operai-contadini ha comunque con dotto ad una forma di società in cui è proprio l'università a tenere il manico. Visto che quel che regna in quella che comunemente è detta l'Unione delle Repubbliche So cialiste Sovietiche...». (Rumori) «Vedete bene: la società non è qualcosa che si defi nisce così, globalmente. Prova ne è che pensate di cam biarla. Il problema è di sapere chi la domina. Quel che io cerco d'articolare, poiché l'analisi me ne fornisce la testimonianza, è che ciò che la domina è la pratica del linguaggio. L'afasia: questo significa che c'è qualcosa che cede da quel lato; ci sono dei tipi a cui capitano degli aggeggi, dei cosi, nel cervello, e che non sanno più come 134
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