Il piccolo Hans - anno IX - n. 33 - gennaio-marzo 1982

Poi si legge al 60 Dada autore di stesure duplicate di gomme portanti piccoli buchi: al tocco immaginario riescono come indecidibili, luoghi del negativo incomponibile... oppure sono tasti di arpa o strumento diverso per musica, o musica sono essi, non arte, forse sono strumento femminile, o non si sa quale discorso sublime su papiro... Nell'avanguardia classica con rapporto alla lotta generale (quella che amiamo dei periodi di vulcano) c'erano processi simili, o qui c'è memoria interna di allora: e certo c'è il motivo di una diversità futura, svelando quale misurà, con l'impeto, ha dentro. Oggi scrive Dada le lettere semplici: in mezzo all'ossessione, incredule di essere una fila, sviluppata con l'erba. Quindi muta la piccola lettera di senso nell'evoluzione (in più presenze) (per più misure di fogli) (di varie impronte di colore) (a tracciati calcolati spontanei) cresce invade la parete di stanza dell'esposizione, la sala, la via, Milano, Venezia, il percorso di occhi nella vita tormentosa eccitata ancora viva (un bene, che viene buttato via, dai militanti travolti) (travolti dagli sbagli passionali) (giustamente, ma perdendo la vita) e qui si espande come grande pensiero, si fa serie dei fogli scritti che volteggia ai soffi, appena, nel suo gioco di segni-suoni, impronunciabile, riconoscibile tutt'insieme, affiche di passione di lotta: e non importano i sensi, i motivi, le situazioni, gli articoli o i documenti: 121

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