Il piccolo Hans - anno IX - n. 33 - gennaio-marzo 1982
affondando e l'acqua si è chiusa sul mio capo. -/ Sono una monaca adesso, non sono mai stata così pura. Io non volevo fiori, volevo solamente/ Giacere a palme riverse ed essere tutta vuota. / Come si è liberi, liberi da non credersi. / La pace è così grande che abbaglia,/ E non chiede nulla, un'etichetta col nome, pochi aggeggi. / È il finale a cui approdano i morti; me li figuro/ Inghiottirselo come un'ostia da comunione. I tulipani sono troppo rossi, mi fanno male./ Anche sotto la carta li sentivo respirare/ Lièvi, sotto la bianca fasciatura, come un bebè mostruoso. / La loro rossezza parla alla mia ferita, gli risponde. / E sono infidi: sembrano galleggiare, benché mi tirano giù,/ Scon volgendomi con le loro lingue imprevedute e il colore, / Dozzina di rossi piombi intorno al mio collo. Nessuno mi sorvegliava, adesso sono sorvegliata./ A me i tulipani si volgono e dietro me alla finestra / Dove una volta al giorno si allarga e si assottiglia la luce/ E io mi vedo, piatta buffa ombra di pupazzo ritagliato/ Fra l'occhio del sole e gli occhi dei tulipani, / E non ho faccia, ho voluto cancellarmi./ I vividi tulipani divorano il mio ossigeno. Prima del loro arrivo l'aria era calma abbastanza,/ Andava e veniva, respiro su respiro, senza trambusto./ Poi loro l'hanno riempita come un gran chiasso. / Adesso l'aria si rompe e vortica quale un fiume / Si rompe e vortica su una macchina affondata rossa di ruggine. / Concentrano la mia attenzione che era prima felice/ Di giocare e riposare senza impegnarsi. Le pareti, anche loro, sembrano riscaldarsi./ I tulipani dovrebbero stare in gabbia come bestie feroci; / Si aprono come la bocca di un grande felino africano / E io mi accorgo del mio cuore che apre e chiude/ La sua ampolla di rossi bocci per puro amore di me. / L'acqua che assaggio è calda e salata, come il mare, / E viene da un paese lontanissimo come la salute. 6 Per la cronologia delle opere di Sylvia Plath: «The Chronolo gycal Order of Sylvia Plath's Poems» di Ted Hughes, nel libro col lettivo dedicato alla poetessa The Art of Sylvia Plath, A Symposium (a cura di C. Newman) Bloomington & London, Indiana University Press, 1970. Vedi anche l'introduzione a Lettere alla madre a cura di Marta Fabiani, Guancia 1975. 7 «You will not even bear me opening it, no paper crackle, / No falling ribbons, no scream at the end» (Non sentirai frusciare la carta mentre lo svolgo, / Niente scioglier di nastri, né gridolino finale). 8 Gunn Th., Tatto, Guancia 1979. Traduzione di Luciano Erba. La VIII strofa di «Confessions of the Life Artist». 9 Larkin Ph., Le nozze di pentecoste, Einaudi 1969, «Lines on a Young Lady's Photograph Album». ' 0 Ibidem: «Whatever Happened?». 114
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