Il piccolo Hans - anno VIII - n. 32 - ottobre-dicembre 1981

La docilità c:he viene psicologisticamente attribuita all'eroina nelle versioni più note tende a nascondere il fatto che il significante « Cenerentola» appare primaria­ mente come articolazione di una domanda 3 : ella do­ manda di andare al ballo. Ma tuttavia fugge da esso. Questa ambivalenza può venir compresa soltanto nei termini di non-coincidenza che Lacan situa tra il livello della « domanda» e il « residuo metonimico» del desi­ derio, che è tale da escluderlo necessariamente dall'or­ dine simbolico. Analogamente, la domanda di un dono, che Cenerentola fa al padre (presente in parecchie ver­ sioni) può esser vista come la domanda simbolica che non è mai adeguata all'impronunciabile (in senso lette­ rale) desiderio cui tale domanda in un certo senso si sostituisce. Cenerentola - o più precisamente la do­ manda di cui « Cenerentola» è il significante - non viene riconosciuta quale mascheramento del desiderio inconscio che le sta dietro. Ed è il misconoscimento di questo desiderio che determina altresì il tema del « tra­ vestimento», collegando così i due elementi essenziali che le analisi della favola che vedono in essa unicamente una operazione dell'ordine simbolico non possono in­ dividuare. (Questa differenza di prospettiva dà origine a inter­ pretazioni divergenti di alcuni altri elementi specifici della favola: per esempio il fine dell'aiuto soprannatu­ rale - la fata madrina, gli uccelli magici, ecc. - sarebbe quello, secondo Maranda, di realizzare il trasferimento di Cenerentola dalla casa del padre a quella dei principi; mentre al livello della rappresentazione del desiderio femminile può, come vedremo in seguito, considerarsi agevolmente · come la fantasia che permette a Ceneren­ tola di assumere la propria sessualità non attraverso la socializzazione della fase edipica ma direttamente in re­ lazione al padre, sfuggendo così in maniera « magica» all'inserimento nell'ordine simbolico). 77

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