Il piccolo Hans - anno VIII - n. 32 - ottobre-dicembre 1981
ma non dobbiamo tirar troppo per le lunghe se vogliamo fare il giro dei quattro discorsi in questione. Come si chiamano gli altri? Ve lo dirò subito, per ché no, non fosse che per allettarvi. Quello a sinistra, è il discorso dell'isterica, non si vede subito, ma ve lo spie gherò. E gli altri due, ce n'è uno che è il discorso dell'a nalista e uno... No, decisamente non vi dirò qual è! Per ché questo, a esser detto oggi, si presterebbe a troppi malintesi. Ma infine, lo vedrete, è senz'altro un discorso d'attualità. $ S1 a $ S2 a S1 Si -""'7-; -""'7-; -""'7-; -""'7- a S2 S2 S1 S1 $ $ a (I) (A) ( ... ) (M) Ebbene, riprendiamo questo discorso del Maitre, se devo dare un fondamento alla designazione dell'appa rato algebrico presente come quello che ne illustra la struttura. Qui, diciamo per sbrigarci, è il significante, la funzione di significante (S,) su cui trova appoggio l'es senza del Maitre. Vi ricordate forse, d'altra parte, su cosa ho messo l'accento l'anno passato a diverse riprese: che il campo proprio del servo è il sapere. Nel leggere le testimonianze rimaste dell'epoca antica, o piuttosto del discorso che si faceva su quella vita - leggete a questo proposito la Politica di Aristotele - quel che propongo del servo co me caratterizzato dal fatto d'essere colui che è il sup porto del sapere, non lascia dubbi: ciò che definisce la sua posizione nell'epoca antica è che, . a differenza del servo moderno, non è semplicemente una classe, è una funzione inscritta nella famiglia. Quando Aristotele par la d,el servo, questi è nella famiglia più ancora che nello stato; e lo è, perché è colui che ha un saper-fare. È molto importante, perché prima di sapere se il sapere si sa, se si può fondare un soggetto sulla prospettiva di un sapere 70
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