Il piccolo Hans - anno VIII - n. 32 - ottobre-dicembre 1981

che c'è d'inquietante, è che se lo si paga lo si ha e che a partire dal momento in cui lo si ha, diventa urgente sperperarlo, e se non lo si sperpera, ne segue ogni tipo di conseguenze. Lasciamo per il momento le cose in sospeso. Perché, che cosa sto facendo? Comincio a farvi ammettere, sem­ plicemente per averlo situato, che questo apparato a quattro zampe, con quattro posizioni, può servire a de­ finire quattro discorsi radicali. Non è un caso che sia questa la forma che vi ho dato per prima: S, S, -�-, S a sarei potuto partire da tutt'altro, da quella che è a si­ nistra, per esempio: è un fatto determinato da delle ra­ gioni storiche a far sì che questa prima forma, quella che si enuncia a partire dal significante · che rappresenta un soggetto presso un altro significante, abbia importanza, perché essa, in ciò che stiamo per enunciare quest'anno, è quella che va ad appuntarsi tra tutte, tra tutte e quat­ tro, come l'articolazione del discorso del Maitre. Il discorso del Maitre: penso sia inutile ricordarvi la sua importanza storica, poiché, quanto meno, nell'in­ sieme siete reclutati su questo setaccio chiamato univer­ sitario, e di conseguenza non ignorate che la filosofi.a non parla che di questo. Ancor prima di non parlare che di questo, ossia di chiamarlo con il suo nome, punto sa­ liente in Hegel, e in particolar modo illustrato da lui, era già manifesto che era nel campo, a livello del discor­ so del Maitre, che era apparso qualcosa che quanto me­ no ci concerne, ci concerne quanto al discorso, qualun­ que ne sia l'ambiguità, e che si chiama filosofia. Allora, non so fin dove potrò portare ciò che oggi ho semplice­ mente da appuntarvi, da contrassegnarvi, perché insom- 69

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