Il piccolo Hans - anno VIII - n. 32 - ottobre-dicembre 1981

termine interpretazione, per cogliere dunque l'interpreta­ zione di ciò che dicevo per esempio a Sainte-Anne, eb­ bene, direi che la corda più sensibile, quella che vera­ mente vibrava, era la buffonata. Il personaggio esem­ plare di questa udienza, medica senza dubbio, ma in fon­ do c'erano anche degli astanti che non lo erano, era quel­ lo che ornava il mio discorso con un getto continuo _ di gags. È lui che scelgo a rappresentare il tratto più salien­ te di quel che è stata per dieci anni l'essenza della mia manifestazione. La faccenda ha cominciato a farsi pe­ sante da quando - ed è una prova in più - ho dedicato un trimestre all'analisi del « Motto di spirito». Non pos­ so continuare a lungo in questo senso, si tratta solo di una parentesi, ma bisogna che vi aggiunga una carat­ teristica dell'interpretazione, lì, dal luogo in cui mi ave­ te lasciato l'ultima volta, e che si chiama E.N.S. *, ma­ gnifiche lettere che ruotano intorno all'essente, biso­ gna sempre saper approfittare degli equivoci letterari. Ma soprattutto, questo è molto importante, sono le pri­ me tre lettere della parola « enseigner ». Così è là che ci si è accorti che quel che dicevo era un insegnamento. Pri­ ma non lo era del tutto, non era ammesso come tale. I professori; e specialmente i medici, erano inquieti. Il fat­ to che non fosse medico lasciava forti dubbi che lo si po­ tesse definire un insegnamento. Un giorno sono apparsi dei ragazzini - sapete, quelli dei Cahiers pour . ['ana­ lyse - raggruppati a formare un angolo, proprio come l'avevo avuto molto, molto tempo prima, appunto all'e­ poca delle gags, quell'angolo in cui, per effetto di for­ mazione, non si sa nulla, ma lo si insegna in modo ammi­ revole. Che abbiano interpretato ciò che dicevo così, eb­ bene, questo ha un senso: è un'altra interpretazione. L'interpretazione analitica, perché naturalmente non si sa quel che accadrà qui, non so se capiteranno qui de- . * Beole 1'lormale Supérieure. 65