Il piccolo Hans - anno VIII - n. 32 - ottobre-dicembre 1981

cante funziona come ciò che rappresenta tale soggetto presso un altro significante. Cosa ne è, come situare questa forma fondamentale, che, se volete, possiamo addirittura scrivere quest'anno non più come la formulavo l'anno passato, come la forma esterna del significante S,, da cui parte la nostra definizione del discorso così come la stiamo per sottolineare in questo primo passo. Pongo dunque il significante S, per ma. A _ . . ·· ·. . nifestare ciò che risulta dal suo rapporto / \__ con il cerchio di cui non metto qui che la S , \ . S, j traccia. Vi avevo segnato la sigla del gran- ·. . . . . . _./ de A, il campo del grande Altro, ma sempli- . . . . .. .. fichiamo. Noi consideriamo designata con la sigla S, la batteria dei significanti, di quelli che sono già là. Poiché, al punto d'qrigine in cui ci poniamo per fissare ciò che ne è del discorso, del discorso concepito come statuto dell'enunciato, S, va visto come intervenente su una batteria di significanti che non abbiamo alcun diritto di considerare dispersa, solo perché non costituisce ancora la rete di quel che si chiama un sapere. Ciò che si pone fin dal momento in cui S, viene a rappresentare qualcosa con il suo intervento nel campo che ora definiamo come il campo già strutturato di un sapere, è il suo supposto, ù1eoxElµEvov, è il soggetto, in quanto esso rappresenta il tratto specifico e distintivo di ciò che è l'individuo vivente e sicuramente ne è il luogo, il punto di marca, ma certo non è dell'ordine di ciò che il soggetto introduce in S, nome dello statuto del _sapere. - �S, $ Senza dubbio è qui, intorno alla parola sapere, il punto d'ambiguità sul quale incentriamo oggi quel che finora per _diversi cammini, diversi sentieri, diverse occasioni di luce, tratti di flash, penso d'aver reso già sensibile alle vostre orecchie. M'è capitato l'anno scorso - lo 60

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