Il piccolo Hans - anno VIII - n. 32 - ottobre-dicembre 1981

Nota introduttiva a Simmel Della riflessione che la grande stagione della socio­ logia classica tedesca volle riservare al pudore è già ac­ cessibile in traduzione italiana la ricerca che ad esso dedicò, con la consueta maestria analitica, Max Sche­ ler 1 • Nel fiorire di studi psicologici che accompagna il passaggio dall'era bismarckiana alla prima guerra mon­ diale il pudore era forse, per ragioni alle quali tenterò qui di accennare molto sommariamente, un tema « nel- 1'aria». Non è una semplice esigenza di intercalazione del discorso che spinge Max Weber a scrivere, in Diritto elettorale e democrazia in Germania (dicembre 1917): « Certo, la politica non è una faccenda etica. Ma c'è pur sempre una certa misura minima di sentimento del pu­ dore e di obbligo di decenza, che anche in politica non può essere violata impunemente». Nell'aria era soprat­ tutto la necessità di concettualizzare il « sentimento» ( Gefuhl), al cui significato rigoroso e non ordinario in­ tese nchiamarsi Scheler già nel titolo del suo lavoro. Una traccia di questa presenza semantica del « senti­ mento» permane necessariamente nella nostra tradu­ zione del saggio di Simmel qui presentato al lettore ita­ liano, dove ad espressioni di uso comune come « senso del pudore» abbiamo dovuto preferire - come del resto il traduttore italiano di Scheler - il poco eufonico « sen­ timento del pudore ». 3�

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