Il piccolo Hans - anno VIII - n. 32 - ottobre-dicembre 1981

decisiva a confermare la sua prima tesi - nel saggio Les beaux arts réduits à un meme principe (ove il principio unico è, guarda caso, l'imitazione) a dare ad Aristotele ciò che di Aristotele (almeno in massima parte, testi alla mano) non è; l'importanza di Batteux sta nell'aver ten­ tato quest'operazione in chiave non di attribuzione no­ minale ( come tanti suoi predecessori), ma di interpre­ tazione (para)filologica. Forte del fatto che Aristotele parla nella Poetica di tre « mezzi» entro cui si canalizzano l'epico e il dram­ matico, e cioè ditirambo, epopea e dialogo teatrale, Bat­ teux, con una funambolica forzatura del testo classico, fa corrispondere al ditirambo il genere lirico, con cui ormai, storicamente e culturalmente, occorreva fare mas­ sicci conti; in questo modo si salvano capra e cavoli, vale a dire l'autonomia irreversibile della categoria « lirica» e il principio mimetico sine qua non per ottenere l'avallo postumo del « padre»: per Batteux, infatti, anche la poe­ sia lirica (dall'ode classica in poi, nelle sue diversifica­ zioni crescenti) è « imitazione», sia pure di « sentimenti» (e non di « azioni»). Compiuto il misfatto-nientemeno che la canonizzazione aristotelica dei sentimenti: necessariamente « simulati» per Batteux, anche non simulabili per Johann Adolf Schlegel, con progressiva escalation dell'eresia e intor­ bidamento d'acque - si giungerà a parlare con Friedrich Séhlegel, agli albori del secolo scorso, di forma lirica « soggettiva»: l'io romantico, il soggetto onnivoro del­ l'id�alismo tedesco è alle porte e a lungo resterà di casa in Europa; accanto ad essa ritroviamo la forma drammatica (oggettiva) e la forma epica (oggettivo-sog­ gettiva), che necessariamente in seguito dovrà aprirsi al genere « romanzo» coi suoi untergattungen. D'ora in poi, nella teoria dei generi quale s'è andata (non) evolvendo quasi fino ai giorni nostri, almeno per quanto concerne le sue premesse unico processo dinamico avvertibile è stato lo « scambio di ruoli» (un gioco di specchi a tempo di rondò) tra epico e drammatico: Schel­ ling parlerà di oggE:ttività epica e di sintesi drammatica, e sosterrà la successione gerarchica Hrico-epico-dram­ matico; Hegel tornerà all'ordine triadico epico-lirico� drammatico già sancito da Friedrich Schlegel; del resto, hegelianamente, l'epica non può che « venire prima», 231

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