Il piccolo Hans - anno VIII - n. 32 - ottobre-dicembre 1981

(i generi «tragico» e «comico» costitutivi del modo dram­ matico), narrazione pura o diegesi (antitetica alla mi­ mesi, e delegata da Platone alle composizioni ditiram­ biche, canti corali in onore di Dioniso di cui non c'è rimasto quasi nient'altro che il nome) e il tipo «misto » (il genere epico, col poema omerico in prima fila). Dunque, la riduzione operata in Aristotele della triade platonica (diegetico puro-mimetico puro-misto, connotata in Platone dall'esplicita opzione del primo tipo di lexis) in favore della diade drammatico/narrativo, col doppio sacrificio del criterio della « mistione » e di quello della «purezza », anche se Aristotele è consapevole dell'uno e dell'altro (come anche del genere, già a suo tempo un po' arcaico e fantasmatico, del ditirambo), lasciava sco­ perta una casella che tale non poteva restare a lungo. Tale riduzione in senso binario si accompagna nella Poetica al rovesciamento dei giudizi di valore: la mi­ mesi, e specificamente la tragedia, domina su ogni forma possibile dì diegesi. Tra la fine dell'età classica e l'inizio del Medioevo Ge­ nette ricorda soprattutto Diomede (IV secolo) che chiama «generi » e i tre ·«modi » platonici - inaugurando il grande equivoco (trans) storico - sottospecificati in ge­ nus imitativum (drammatico), enarrativum (narrativo stri­ eta sensu e gnomico-didattico) e commune (il tipo pla­ tonico misto: annovera i'epica classica accanto alla li­ rica archilochea e oraziana). Lo schema ternario, di volta in volta attribuito (cor­ rettamente) a Platone o (indebitamente) a Aristotele, s'è ormai affermato. Qualche verifica magnis itineribus : il Minturno, in un'opera del 1559, il De poeta, distingue la poesia in sce­ nica, epica, lirica: il genere lirico, totahnente sottaciuto e a ragion veduta nella poetica platonica e aristotelica, non è più una sottodistinzione del tipo misto di Diomede, ma si arroga finalmente il diritto -di una casella propria. Mihon e Dryden, nel XVII secolo, ribadiscono e conso­ lidano !a trimurti del poema epico, drammatico, lirico, di supposta paternità aristotelico-oraziana-castelvetrana (e tassiana); non si parla né di modi, né di generi, ma, più alla buona, di «maniere » (ways). Sarà tuttavia l'abate Batteux nel 1774 - Genette pre­ me la penna su questa data, per lui indice di una svolta 230

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