Il piccolo Hans - anno VIII - n. 32 - ottobre-dicembre 1981
l' auctoritas classica, la più antica possibile perché più ras sicurante e quasi-magica: nella veloce ascesa e caduta dei capiscuola odierni (con tempi via via accorciati negli ul timi due secoli: nella filosofia, nella scienza, nella lette ratura) il rifarsi in qualche modo, esplicito o implicito, al maitre-à-penser più lontano nel tempo, al riconosciuto iniziatore d'una tradizione di pensiero millenaria, non può che alleviare le ansie, le crisi d'identità disciplinari - singole e collettive, in forma benignamente e incon sciamente esorcistica. Sta di fatto, come Genette dimostra, che nella Poetica aristotelica sono contemplati due « modi» entro l'arte · dell'imitazione (da inserire a sua volta nel noto schema tripartito di poiesi, mimesi e catarsi), due schreibweisen di natura linguistica universale, in quanto riportabili, in termini post-benvenistiani, ai tipi-base della « situazione di enunciazione» di cui il poeta dispone: il modo dram matico e il modo narrativo; nel primo l'enunciazione è lasciata ai personaggi - si tratta dunque del modo più congeniale alla « mimesi» aristotelicamente intesa - nel secondo l'enunciazione è riservata al poeta. A questi due « modi» Aristotele abbina due tipi di « oggetti» imitati: superiore e inferiore (cioè, rispetti vamente, mimesi di azioni di personaggi superiori e mi mesi di azioni di personaggi inferiori). L'incrocio di queste due polarità modali e oggettuali produce il sistema aristotelico dei generi, costituito dalla tragedia, l'epopea, la commedia e la parodia. In realtà, soltanto il ramo superiore dello schern,a (tragedia ed epopea, con netta priorità attribuita alla prima rispetto alla seconda) è stato tematizzato da Ari stotele. Quanto ai « mezzi» dell'imitazione - qualcosa di analogo al concetto tradizionale di « forma» - com prendenti specificazioni come « in parole», « in gesti», « in prosa»,« in versi»,« in esametri»,« in trimetri giam bici», Aristotele li inserisce nel suo modello, ma di fatto non li analizza, tutto dedito com'è alle riflessioni modal oggettuali. Mentre la Poetica dei generi aristotelica poggia su fon damenta binarie, l'abbozzo platonico dei generi (come ri sulta dal terzo libro della Repubblica) gravitava sull'oppo sizione ternaria in merito alla lexis (intesa da Genette come modo della rappresentazione poetica) tra mimesi pura 229
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