Il piccolo Hans - anno VIII - n. 32 - ottobre-dicembre 1981

retorico la qualificazione di pragmatico (o retorico-prag­ matico), diremmo invece che l'asserzione riportata di Frye si muove nell'universo di discorso aristotelico rivi­ sitato da quello particolare di Genette. Alludo nel caso specifico all'ultimo libro genettiano, Introduzione all'ar­ chitesto, uscito a Parigi due anni or sono e appena fresco di stampa nella traduzione italiana. Oggetto del testo: la teoria letteraria dei generi (o sedicente tale); « gene­ re» del testo, per restare in tema: assai incerto o quanto meno plurivoco, come tutti i libri di Genette; saggio cri­ tico? Libellus polemico? Dissertazione breve di (meta)teoria letteraria? Précis storico-metodologico (un « bignamino» problematizzan­ te)? Un esempio di prosa retorica duplicemente tale, in quanto detersa d'ogni schiuma e nel contempo persua­ siva? Un po' di tutto questo, certamente, sicché ci si trova fra le mani un saggetto appuntito per nitore argo­ mentativo --:- con un che d'implacabile - e al tempo stesso condotto a passo di danza, con lampeggi maliziosi: insomma, un fragrante saggio-dessert. Ingredienti: sin­ tesi calibrata; géometrie; finesse ; note svelte; bibliogra­ fia ariosa; periodi tendenzialmente corti: il tutto con­ dito di spiriti e spiritelli lievi. Due le tesi essenziali di Genette : 1) in fatto di teoria dei generi, le poetiche moderne (in­ centrate sul paradigma romantico ancora attivo, a ben guardare, sotto i decentramenti prospettici formali­ stici, strutturalistici e semiotici) proiettano ciecamen­ te su Aristotele o Platone i propri originaH apporti e nascondono così la loro - differenza, la loro modernità ; 2) il termine stesso di « genere» è stato e continua ad essere usato impropriamente per designare due con­ cetti profondamente distinti: quello di modo (lingui­ stico-pragmatico e, aggiungiamo noi sulla scia di Frye, « retorico») e quello di genere, . di natura letterario­ tematica. Circa la prima tesi, potremmo (volendo) parlare di ricerca ancestrale del padre mitico (Aristotele, secondo attendibili statistiche, per questo e altri rami dello sci­ bile), o anche - che è poi la stessa cosa _ formulata in termini diversi - di desiderio perdurante di legittima­ zione da parte dei retori o estetologi « moderni >, col ri­ corso alla non mai abbastanza invocata benedizione del- 228

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