Il piccolo Hans - anno VIII - n. 32 - ottobre-dicembre 1981

forza devastatrice. Si tratta, insomma, dell'elogio radi­ cale della sregolatezza e dello sfrenamento. Fedele, dal­ l'altra parte, al concetto di « verosomiglianza», Sade ri­ tiene di « dipingere» la natura nella sua mostruosa e radiosa grandezza evocandone le potenziali forze scon­ quassanti e distruttive. In analogia con questa particolare visione « sublime» della natura, il microcosmo umano, integrato completa­ mente nel macrocosmo, è dominato dalla stessa forza « criminale». La storia, le vicende umane rivelano, se­ condo Sade (che si propone di « dipingere l'uomo esatta­ mente secondo natura e in tutta la sua verità» come Rousseau), nei delitti il loro culmine di senso; il « car­ nefice» vi assume, quindi, il ruolo di eroe positivo. Scel­ leratezza, dopo scelleratezza, al di là del piacere, esplode la forza terribile della gioia. Tra le pieghe del saggio, la pulsione aggressiva e quella erotica si con-fondono tanto da non potere più essere distinte. I valori sociali e la morale si rivelano, da questo punto di vista, come il primo motivo dell'infelicità dell'individuo, che, per di­ ventare « uomo civile» e « cittadino», abdica alla con­ dizione vertiginosa e contraddittoria di selvaggio civiliz­ zato e incivilizzabile. Tomaso Kemeny P1 ERRE RoUVE Turner Parigi, Editions Siloé, Alfieri e Lacroix, 1980. Come afferma Roman Jakobson nella sua presenta­ zione, questo libro è uno « studio di strutture» che non può essere paragonato ad alcun'altra opera monografica. Esso rappresenta (< un tentativo - tanto ardito quanto efficace - d'esaminare la formazione e gli apporti di un artista in relazione stretta con la teoria dei segni, la filosofia, la psicologia e la storia della cultura ». Considerati i limiti e le insufficienze sia del determi­ nismo critico che riduce l'analisi dell'opera di un artista alle tre coordinate razza, ambiente, momento storico, 223

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