Il piccolo Hans - anno VIII - n. 32 - ottobre-dicembre 1981

babilmente in opera quel « potere delle idee inconsce sul corpo» cui accenna Freud. È temerario dire che i Lama del Tibet, principali custodi della conoscenza tantrica, si occupano, con un altro linguaggio e allo scopo di realiz- L zare il massimo sviluppo che la mente umana possa rag­ giungere, la Buddità, degli stessi « poteri» intravisti da Freud? Che ciò pertenga anche all'ambito psicologico lo affer­ ma lo stesso Dalai Lama quando dice nel suo Commento : « Meditare su se stessi come aventi un corpo divino sem­ bra un gioco infantile, come raccontare uri.a storia a un bambino per stimolare la sua fantasia. Invece, unito con la visione della vacuità, con la motivazione altruistica e con la conoscenza del suo fine, costituisce un impor­ tante esercizio psicologico...». L'ambito della «magia» a cui il tantrismo rimanda è anche quello da cui la cultura occidentale (e lo stesso Freud) si è stranamente ritratta. Un ambito che, come scrive E. Fachinelli, « dopo la religione, dopo la fanta­ scienza e tutto il resto, bisognerà pure decidersi ad af­ frontare » 4 • L'edizione di libri quali Tantra in Tibet e di altri clas­ sici del buddismo tibetano, offre materiali finora ine­ diti o insufficientemente editi, suscettibili di essere esplo­ rati anche in tale direzione. Gianni De Martino 1 E. Obermiller, Isong Khapa le Pandit, in « Mélanges chi­ nois et bouddhiques », T. III, Bruxelles 1935. 2 Cfr. Jamesmullens, Il buddismo in occidente, in « Man­ dala, Quaderni d'orientee e d'occidente», n. 1, Mandala edizioni, Milano, maggio-luglio 1981. 3 M. Leiris, Préface, p. 8, in G. Rouget, La musique et la transe, Gallimard, Parigi 1980. 4 E. Fachinelli, Il quinto privilegio dell'inconscio, in « L'er­ ba voglio», p. 31, ottobre-novembre 1975. 221

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