Il piccolo Hans - anno VIII - n. 32 - ottobre-dicembre 1981

piccolo corpo di bambina secerne in continuazione verità ed umori. ma il suo inconscio si spezza come il pane della menzogna. L'Altro non vede che lo spettro della famige­ rata Tavola IV del test di Rorschach, lo « choc nero», ar­ cano di una maternità impaurita. Inutilmente questo corpo sarà posto davanti ad uno specchio che non si li­ quefa, interrogato come un oracolo, confortato igienica­ mente, rabbonito con feticci di pezza. La ferocia dell'isti­ tuzione è analoga alla perfidia della Lefort - « au cours dù traitement de Nadia, je me suis sentie dans l'impossi­ bilité de poursuivre régulièrement les séances de ma pro­ pre analyse» - efficienza dei mezzi, efficacia della cura tipo. Nessuno però ha tenuto la mano di Nadia nell'ora « fra cane e ]upo» ! I due avverbi sono i sintomi catamorfi con cui Nadia si ribella alle pretese solari della parola. Come un ani­ male braccato vede i suoi avversari barare al gioco, se­ guire le piste del suo universo interpretativo, annusare le feci. Minacciarla con la parola, orrida diarrea di un'e­ pifania: quella del tempo vissuto ! Nadia non ha conosciuto dalla nascita che la caduta e le sue metafore, cioè, I NESSI DI CAUSALITA' DELLA PSICANALISI, tuttavia, ella avverte come la consuma­ zione del frutto della parola, che la farà precipitare più velocemente, non è quello della conoscenza. LA DIAR­ REA È UN'ANTIFRASI OPERAIA, COME L'ACQUA DI JUTURNA ESSA INDEBOLISCE IL MITO ORALE DEL­ LA CADUTA NEL SENSO. Nota Bachelard, il vocabolo abisso non è un nome d'oggetto, è un « aggettivo psichi­ co», il ventre di Nadia è questo abisso da cui «è preci­ pitata» due volte, l'inconscio le fuoriesce da tutti gli ori­ fizi. NADIA È SOLA E L'OTITE DI CUI SOFFRE È L'AL­ TRA FACCIA DELLA SUA SOLITUDINE « CONVULSI­ VA». Ella non cerca conforto, ma la direzione, l'asse di sviluppo del principio di piacere « al di là dei fini equivoci per cui viene accudita». Si prenda in considerazione questo circolo vizioso. Ogni « teoria» psicanalitica fa parte di una «fantasia», MA A NADIA MANCANO GLI ELEMENTI APOLLINEI DI QUESTA. Nadia oppone al carattere conservativo della parola il carattere dissipativo dei suoi flussi umorali, la dépense della sofferenza. SOLO LEI VEDE IL PROBLEMA IN 209

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