Il piccolo Hans - anno VIII - n. 32 - ottobre-dicembre 1981

stato raggiunto a prezzo di una lacerazione dell'Io che non si cicatrizzerà mai più, che anzi si approfondirà col passare del tempo» (p. 558, Vol. XI). I due effetti della Verleugnung (analizzata con le pro­ prie precisazioni in «Vreel», saggio contenuto nella rac­ colta Folle vérité, Seuil, 1979, utile introduzione alla let­ tura di Pouvoirs de l'horreur), la paura e la creazione del feticcio, segnalano una difficoltà (o un modo origi­ nale) di affrontare la soluzione «normale» dell'unità si­ gnificante che è «celle de condenser un ensemble hété­ rogène (celui de la représentation de mot) avec un autre (celui de la représentation de chose), de relever l'un dans l'autre, d'en assurer le "trait unaire"» (Pouvoirs..., p. 64). Dalla rottura della solidarietà tra immagine sonora e immagine visuale appare «une tentative di sémantisa­ tion directe de la ccenesthésie acoustique, tactile, motri­ ce, visuelle» (ibid., p. 65). Centrale appare nell'esperienza dell'abiezione il rap­ porto alla madre che l'autrice studia facendo proprio il succo del lavoro di M. Klein e di Winnicot (in particolare la posizione dell'oggetto transizionale). Credo che sarebbe fonte di sorprese un confronto tra le posizioni teoriche di J. Kristeva e la scuola di Budapest (vedi l'ampia scelta di materiali presentati sul «Piccolo Hans » n. 29); soprattutto in vista di una migliore determi­ nazione di rompicapo quali il preverbale, la pulsione nel- 1' ossatura formale del linguaggio, lo spazio, il visivo nei concetti fondamentali ecc. Un punto di contatto signifi­ cativo lo rilevo nell'uso dell' « immaginazione scientifica» (termine usato da S. Finzi nel seminario dedicato a I. Hermann e a Ferenczi) che rappresenta forse l'aspetto più suggestivo di Pouvoirs de l'horreur: la rivisitazione di temi antropologici e mitico/religiosi trattata da Freud in Totem e Tabù (1914) e in Mosé e il Monoteismo (1938), tentata dall'autrice con un'analisi critica del li­ bro di Mary Douglas (De la souillure, Paris, Maspero, 1971) e nel capitolo «Sémiotique de l'abomination bibli­ que », probabilmente rappresenta un aggiornamento, sulla scorta delle novità portate da Lévi-Strauss e Ba­ taille, importante quanto affascinante per chi ama la psicoanalisi non disgiunta dalla fantasia. Lamberto Cantoni 207

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=