Il piccolo Hans - anno VIII - n. 32 - ottobre-dicembre 1981

determinare con più precisione il livello di comprensione dei discorsi resi pertinenti dalla clinica psicoanalitica, mi pare che le intuizioni dell'autrice possano portare un dibattito salutare tra una certa scolastica lacaniana inca­ pace di uscire dalla morsa alienante dell'immagine spe­ culare degli Ecrits del maestro. Una pregp.ante sintesi della propria esperienza di psi­ coanalista e semiologa J. Kristeva la dona nel suo ultimo libro: Pouvoirs de l'horreur, Seuil, 1980. E' noto che l'au­ trice traduce l'oggetto linguaggio in una prospettiva se­ miologica in un procès de la signifiance dominato da due modalità fondamentali. La prima è il « semiotico » appa­ rentato cqn i processi primari e la pulsione di Freud; la seconda, il simbolico, vale a dire sintesi predicativa, giudizio, fase tetica, che logicamente precede ogni orga­ nizzazione della modalità semiotica. Insistiamo sulla prima: dovrebbe familiarizzare con le immagini visuali, tattili, acustiche legate alle associa­ zioni d'oggetto di cui parla Freud in « Zur Aphasien » (trad. it. L'interpretazione delle afasie, Milano, Sugarco, 1980); dovrebbe permettere il riconoscimento di · quelle marche significanti non assimilabili al segno saussuriano (i rappresentanti pulsionali, i resti percettivi di Freud) che organizzate spazialmente (in una chora; così come Freud disegna in una mappa i territori del · linguaggio, le aree corticali, i centri visti come soglie...) segmentano le parti del flusso del discorso centrifuganti forme che debordano la sintassi, ]a logica del codice (ecolalie, into­ nazioni, ellissi irrecuperabili, risate, passaggi all'atto; tutte tracce del godimento del soggetto) . La teoria dell'inconscio ha come perno la rimozione di contenuti (affetti e rappresentazioni) impossibilitati in quanto tali ad accedere direttamente alla coscienza. I contenuti rimossi trovano una loro espressione modi­ ficando l'equilibrio che permette una rappresentazione intenzionale dei propri atti da parte del soggetto. Insie­ me al concetto di rimozione Freud ha proposto, a partire da problemi nati dalla clinica, il concetto di denegazione per articolare meglio la dinamica psichica di un processo nevrotico, e di rigetto per affrontare la psicosi. Queste forme della rimozione portano rispettivamente sull'ogget­ to (la denegazione) e sul desiderio (il rigetto; che tra­ dotto nei concetti lacaniani si presenta come forclusione 205

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