Il piccolo Hans - anno VIII - n. 32 - ottobre-dicembre 1981

da una polemica con la prima (si veda Chandler, La sem­ plice arte del delitto) e con la coscienza di star compien­ do una rivoluzione scientifica. Ma esiste anche una se­ conda discriminante nel genere, che taglia trasversalmen­ te ambedue i paradigmi ora delineati: ed è di questa che voglio qui parlare. Fin dalla serie di racconti di Edgard Alla.il Poe che hanno per protagonista Auguste Dupin (cui si affianca solitamente un altro poliziesco di Poe, con un diverso protagonista: Lo scarabeo d'oro), il metodo del poliziot­ to letterario sembra sdoppiarsi: Dupin quasi sempre ri­ solve il mistero a partire da indizi materiali (i segni sul cadavere e sul luogo del delitto), ma nel caso de La let­ tera rubata (1845, il racconto più tardo del gruppo) sem­ bra seguire un metodo diverso, poiché gli indizi che de­ cifra sono ideali. Dupin trova la lettera proprio lì dove nessuno si sarebbe aspettato di trovarla: e cosa c'è di più ideale di un'aspettativa? Jean-François Lyotard coglie questa distanza quando afferma che « il modello di ogni semiologia non è La let­ tera rubata ma Lo scarabeo d'oro» (Economie libidinale, p. 56 dell'ed. italiana, Colportage, 1978): Lo scarabeo d'oro, che consiste nella decifrazione di un crittogramma, fa da metafora al paradigma indiziario-deduttivo, il qua­ le ha come fondamento ontologico l'idea che il mondo sia una semiotica crittografica. Ma più di Poe a esplicitare questa idea è Sherlock Hol­ mes, secondo il quale « da una goccia d'acqua un logico potrebbe inferire l'eventuale esistenza dell'Atlantico o del Niagara senza mai averli visti o averne mai sentito parlare. E così tutta la vita non è che una grande catena, la cui natura si rivela ogniqualvolta ne scorgiamo un sin­ golo anello» (Sherlock Holmes, Il libro della vita, arti­ colo citato da Conan Doyle in Uno studio in rosso, il pri­ mo racconto della serie, 1897). L'idea della catena ram­ menta Cartesio, e altrove Sherlock Holmes, come Carte- 197