Il piccolo Hans - anno VIII - n. 32 - ottobre-dicembre 1981
tutto sembrano portare in sé il fascino di quegli inferi cui benignamente sono indirizzati - anche freudiana mente - e anche un po' perché quella terra, così stra niera, sia propiziata. Presumo che sia questo il molle origliere del Doubs. . E non dovrebbero essere scritte in sogno queste poe sie? Peccato che i sogni siano quasi tutti «impersonali», mentre questi testi sono tutti « in lingua», idiolettica mente marcati, altrimenti capiterebbe a molti di addor mentarsi aspettando che venga « un sogno». Qualità di tempo di T. Kemeny Credo che Barthes abbia osservato che in letteratura molte cose dipendono dalla velocità di lettura. Pensc an che che lo abbia detto a proposito di Sollers. E infatti la questione della velocità mi pare particolarmente sen sibile in certe scritture d'accumulazione sintagmatica - Sollers parlava di vortice verbale e di pioggia - dove l'accelerazione offre più coesione al testo che, nella se quenza lineare, non si vuole chiudere. Barthes intende dire: trovate il tempo interiore di H e la punteggiatura vi si svelerà da sola. Trovate il respiro e avrete il tempo di lettura, o meglio i tempi di lettura. Ma questo tipo di scrittura vortice, di accumulazione sintagmatica, appare oggi in qualche modo datata, o co munque circoscritta in un ambito di esperienza letteraria che ha sciolto e trascinato molte cose con sé, ma che può essere guardata oggi da un punto di approdo differente. Penso in particolare a un libro come quello di Tomaso Kemeny: Qualità di tempo. Se con Sollers avevamo di fronte l'acqua carica di depositi di un fiume in piena che, agitato e sporco, scende al mare, con questa rac colta ci viene offerta, in acqua chiara di fiume, una cristallina pienezza formale. Si arriva infatti a risultati 189
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=