Il piccolo Hans - anno VIII - n. 32 - ottobre-dicembre 1981

filosofico (anche quello medico/scientifico è implicato) in un'altra sequenza. Anche qui l'oggetto del discorso è l'operazione al ginocchio. Ora la vera « dimostrazione» è qui data da uno scarto del cavallo del padrone (« son cheval bronche et s'abat ») con la conseguente caduta del cavaliere che va a sbattere con il ginocchio su una punta acuta di un sasso. L'accadimento concreto fa sì che si abbia una preva­ lenza netta della prassi sulla teoria, eliminando ogni potere del discorso filosofico astratto: il padrone sarà dopo dello stesso parere di Jacques: di sicuro una ferita al ginocchio è una delle più terribili (« Je suis de ton avis, c'est une des plus cruelles », p. 23). Il cavallo ha la funzione di provocare un atto con­ creto, un gesto che si confronta con l'opacità dei segni verbali e con l'impotenza del linguaggio a rendere la completezza e l'univocità del messaggio. Il ricorso a un codice pragmatico e gestuale ha lo scopo di salvare al­ lora la comunicazione dall'equivocità in cui le parole « la plongent », come affermano Lecointre e Le Galliot (p. 390, nota 26). Ed è molto pertinente il brano citato (nota 25) dai Bijoux indiscrets Elle (la Sultane) disait un jour que les dieux auraient pu se dispenser de donner aux hommes les organes de la pa­ role, s'ils avaient eu un peu de pénétration et beaucoup d'amour; (...) qu'ils n'y eut que le langage des actions qui est rarement équivoque. Attraverso il « linguaggio delle azioni » si ha la con­ futazione di ogni discorso · spiritualista per far emergere le linee di un discorso materialista e sensualista. La discussione filosofi.ca e il linguaggio delle azioni provocati dalla caduta raggiungono qui anche i confini del rapporto « maitre/valet » del discorso sociale. La caduta da cavallo, provocando una ferita al ginoc­ chio anche al padrone, non si risolve all'interno della 172

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