Il piccolo Hans - anno VIII - n. 32 - ottobre-dicembre 1981

8 « Ciò che i poeti conoscono da molto tempo sotto il nome di suggestione o di evocazione, il linguista comincia ad avvicinarlo, dando così uno statuto scientifico agli ondeggia� menti del senso» (R. Barthes, Critica e verità, cit., p. 46). 9 1Barthes R., Leçon, Seuil, Parigi 1978, p. 19. 10 Ibid., p. 18. 11 Ibid., p. 23. 12 Fornendo una spiegazione dell'« equivoco» in cw è ca­ duto l'amico, Simpson dirà in seguito: « he concluded that I meant the younger beauty, as a matter of course, and so in­ formed me, with perfect truth, that she was 'the celebrated widow, Madame Lalande'». Se la buona fede non dice che la verità, essa nondimeno risulterà mortale, come ci ha insegnato il racconto The Cask of Amontillado di due anni po­ steriore a questo, in quanto, avendo a che fare con la fissità del presupposto, la buona fede accieca e lascia storditi in ba­ lia dell'avversario. Del resto, così facendo Talbot agisce secondo buon senso, conformemente ai due postulati batailliani necessari a valutare la bellezza che sono: 1) la rispondenza all'ideale della specie, ideale variabile entro certi margini di valutazione soggettiva cui « si accompagna di regola la giovinezza»; 2) tanto l'uomo quanto la donna « sono di regola giudicati belli nella misura in cui le loro forme si discostano dall'animalità» (George Ba­ taille, L'erotismo, Mondadori, Milano, 1969, p. 152). Non a caso Simpson, scoprendo le vere fattezze di Eugénie, fa apostrofa: « you villainous old hag!» e « ineffable old sen­ pent », tracciando così una relazione tra bruttezza e animalità (due qualità del giudizio), perché se la profanazione erotica del corpo è direttamente proporzionale al grado di bellezza come vuole Bataille, quella del nome è inversamente propor­ zionale ad essa. 13 Lanati B., « Poe e la scrittura del corpo: appunti sul corpo che diventa scrittura e sulla scrittura che diventa cor­ po», in AA.VV ., E.A. Poe dal gotico alla fantascienza, a cura di R. Bianchi, Mursia, Milano, 1978, p. 138. 14 Lo scombinamento fonetico e lessicale che caratterizza l'inglese di Eugénie riflette, sul piano linguistico, lo « scom­ binamento» del suo comportamento. Eugénie non segue le re­ gole fonetiche almeno più di quanto non si curi dell'etichetta e delle convenzioni sociali che la morale dell'epoca rendeva particolarmente rigide nei confronti della donna, cosicché la sua « condotta straordinaria» abbisogna anche di un linguaggio extraordinario con cui fare coppia. 15 Groddeck G., Il linguaggio dell'Es, Adelphi, Milano 1969, p. 168. 16 Freud S., I disturbi visivi psicogeni nell'interpretazione 159

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