Il piccolo Hans - anno VIII - n. 32 - ottobre-dicembre 1981

« Kublaikhan ordinò che le lettere fossero inventate per il suo popolo» (Not., 1281 8.30 f40v): così, nel no­ vembre _ del 1802, Coleridge ancora inseguiva il nome dell'eroe che nella poesia di qualche anno prima, Nubla Khan appunto, era apparso non come signore dell'alfa­ beto, ma come costruttore di uno scenario sognato. Sulla datazione del « frammento» poetico, esiste qualche dub­ bio: Coleridge lo assegna all'estate del 1797; elementi esterni al testo hanno portato alcuni studiosi a ritenere che si tratti di una svista per 1798; oggi si tende a ri­ confermare la dichiarazione - dell'autore 20 • Sia l'una o l'altra la data corretta, è certo che il linguaggio loco­ descrittivo della poesia riaffiora, negli scritti successivi alla sua composizione, nelle lettere, negli appunti di viag­ gio, sollecitato da paesaggi diversi: quasi a confermare il valore della descrizione . come esercizio incantatorio. Il sotterraneo paesaggio sognato si materializza nello Harz : « il Lago [... ] si precipitava giù (la corrente inter­ rotta solo in un punto da una roccia che sporgeva in mezzo alla cascata) in un abisso di 30 piedi di profon­ dità e qualcosa di più in lunghezza (un abisso di rocce nere o ricoperte di muschio) e poi scorreva sotto terra » (a Thomas Poole, Gottingen 19 maggio 1799; Letters, voi. I, p. 511); riappare qualche anno dopo durante una escursione ai laghi: « Ulpha Kirk è una valle assai ro­ mantica [ ...] dev'essere stato qui che ho perso la strada, perché di lì andai avanti finché mi ritrovai di nuovo a scendere verso Ulpha [ ...] la valle è completamente iso­ lata da segmenti di circonferenze che si richiudono l'uno dietro l'altro.» (Not., 1225 2.20 f27 28v; agosto 1802). Lo scenario recluso ( « folding in»: nella poesia è « en­ folding») che ostinatamente torna a ripresentarsi allo sguardo confuso del viaggiatore che ha smarrito la stra­ da, è solo una variazione di quello visto in sogno; da notare che Ulpha si pronuncia quasi come Alph, il « fiu­ me sacro» della poesia. Parole come « chasm », « ath- 137

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