Il piccolo Hans - anno VIII - n. 32 - ottobre-dicembre 1981

associamo sì a sentimenti, ma non a Immagini distinte» (19 maggio 1799; Letters, vol. I, p. 511). La decisione di non scrivere un libro sul suo viaggio, rinunciando anche all'utile economico che ne avrebbe sicuramente tratto - « appena arrivato in Germania decisi di non pubbli­ care assolutamente nulla · sui miei Viaggi», scrive a Josiah Wedgwood, che li aveva finanziati (21 maggio 1799, Letters, voi. I, p. 518) - ha origine nel rifiuto di usurare la parola descrittiva, diminuendone il potere incantatorio, la . forza taumaturgica che sana la distanza e consola dell'assenza: « Fu qui, seduto su questo colle, sabato, 7 agosto, che decisi di scrivere sotto il nome di Consolatore dell'Assenza il poema topografico che a lungo avevo mormorato fra me.» (Not., 1225 2.20 f26v). L'anno è il 1802: pochi mesi prima, la cecità dell'io invaso dal pensiero si era momentaneamente diradata, e in Dejection, an Ode egli aveva potuto dire lo stupore dell'occhio vuoto, la paralisi del senso privato del sentimento: « And still I gaze - and with how blank an eye! / [ ... ] I see, not feel, how beautiful they are! » 19 • La descrizione, che non riproduce i luoghi, perché « in Natura ogni cosa è indivi­ duale; ma una Parola non è che un Segno arbitrario per un'intera Classe di Cose» (17 maggio 1799; Letters, voi. I, p. 503), può tuttavia suscitare sentimenti; può, per esempio, riempire il vuoto doloroso dell'assenza; e può farlo mediante l'« incantesimo» di parole prive d'imma­ gine distinta. Sarà la parola topografica, allora, quella in cui, bruciate le scorie di ogni referenzialità visiva, il sentire e il pensare scorrono senza ostacolo l'uno nel- 1'altro e la cecità del pensiero è definitivamente sconfitta? Sarà questa la parola che vale tutto l'alfabeto, la i pic­ cola ma con un significato? Se è così, l'incantesimo della parola descrittiva dovrà compiersi, mancando l'imma­ gine, esclusivamente nel tracciato visibile della lettera. 136