Il piccolo Hans - anno VIII - n. 32 - ottobre-dicembre 1981

ogni ulteriore analisi può solo far regredire al linguaggio poverissimo degli stimoli sensoriali esterni: il ticchettio dell'orologio che provoca il sogno della voce di Hartley al battesimo, e simili (Not., 1620 21.378; ott. 1803). Ana­ logamente, l'assenza di sorpresa non solo non può venir riconosciuta come il risultato di un lavoro psichico, ma vale semmai come prova dell'impegno esclusivamente fi­ sico-fisiologico che è nel sognare. L'immagine che appare nel sogno, essendo semplice­ mente il terminale di una catena nervosa o, più poetica­ mente, la risposta che l'anima dà a una domanda che s'è posta da sola nel sonno, « the soul / Self-questioned in her sleep » 7 , è del tutto priva di referente: non fa da tramite tra chi la vede e il mondo esterno, né comunica con questo in alcun modo. Il sognatore, per chi lo guarda, è una massa corporea impenetrabile 8 ; il suo sguardo non può attenuarsi nel riposo della posizione passiva, ma non conosce nemmeno la distensione che segue l'azione compiutamente transitiva. Attività priva di transitività: è quella del soggetto che non può estendere fuori di se stesso il proprio agire; del soggetto intransitivo, o rifles­ sivo, o autoriflessivo, bloccato nella chiusura del perfetto combaciare col proprio oggetto, dell'essere il proprio og­ getto. Di un percorso tutto corporeo, l'immagine onirica è sbarramento finale, sì, ma anche punto d'arrivo radi­ calmente altro: perché manca da essa la parola, l'ente fisico che spiegandosi alla fatica di simboleggiare, nella immagine, anche il processo del pensiero, è per defini­ zione esposto a caduta, o declinazione. Nel sogno la pa­ rola, se appare, appare nella pura materialità della cosa; è oggetto che si vede : in questo il sonno è ancora « san­ to». Il linguaggio del sogno, « un linguaggio di Immagini e di Sensazioni » (Not., 4409 27.7 f3v; maggio 18"18), sem­ bra così realizzare l'utopia di un sentire che sia assoluto e puro vedere; di un vedere che sia, immediatamente, parlare. Attuandò il contatto diretto tra sentimento ed 128

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