Il piccolo Hans - anno VIII - n. 32 - ottobre-dicembre 1981

« Quello che dirò non è tutto e neppure la parte più importante del tutto» (cit. p. 24). Eccoci allora a Il Capitale di Marx. Incompleto, si interrompe su quella che oggi ci appare forse la que­ stione più importante: che cosa è una classe. Ripetitivo, riprende continuamente temi senza che lo sviluppo e la collocazione sia sempre coerente. Composto di tre libri come i tre saggi del Mosè, non soddisfa molti degii stu­ diosi marxisti quel terzo che dovrebbe essere dedicato a « Il processo complessivo della produzione capitali­ stica». Anche del Capitale, questa ampia trattazione di un uno onnicomprensivo, non rimane forse che la pos­ sibilità di considerare valido « un pezzetto». Il « pezzetto valido» e la conflittualità delle classi Ma è interessante osservare come, per la maggio­ ranza degli studiosi marxisti di questo momento, il pez­ zetto valido sia non tanto l'analisi della merce, non tanto la legge del valore, ma il tema della conflittualità delle classi. Cioè quella parte del Capitale di Marx che, sot­ tesa a tutto il testo, dovrebbe evidenziarsi nell'ultimo capitolo cinquantaduesimo, intitolato appunto « Le clas­ si», e che, come sappiamo, rimane incompiuto sulla questione della definizione di ciò che è una classe. Il pezzetto valido è anche la macchia del Capitale, la mac­ chia cieca dell'occhio, di cui misteriosa è la funzione nella disgiunzione sottolineata da Lacan nel suo semi­ nario Les quatre concepts fondamentaux de la psycha­ nalyse, del 1964 (pubblicato da Seuil nel 1973), disgiun­ zione tra sguardo e visione. È la macchia che sottolinea come la funzione dello sguardo sfugga alla presa di una « visione» che si soddisfi nell'immaginarsi come coscien­ za (ed è ciò che ci dice Fréud sottolineando che la psi- 12

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