Il piccolo Hans - anno VIII - n. 32 - ottobre-dicembre 1981

e finalmente si rimescolano, si spogliano del loro significato, e si ricompongono in una nuova parola: copto. È una parola questa che intesi da piccolo, in Etiopia, da mia madre, da­ vanti a una_ chiesa copta, per l'appunto, dove affluiva una folla multicolore per le funzioni domenicali. In questo mo­ mento mi colpi�ce il fatto che una parola tanto difficile da pronunciare per un bambino, con quel fonema esplosivo: PT, mi abbia poi sempre accompagnato. E a un tratto mi rendo conto, non senza l'aiuto di qualcuno presente, l'altro in ascolto di una parola di verità, che quel fonema PT sta in­ vece per Poste e Telegrafi, l'ufficio di mio padre. E allora ecco che la sabbia mi fa pensare al fiume dove mio padre, al ritorno dalla prigionia, rrii portava a giocare con lui al pallone. Una sabbia, questa del sogno, che inverte per me la direzione del tempo, come per il rovesciamento di una cles­ sidra, presa com'è da un altro lontanissimo sogno, che inau­ gurò il mio rapporto alla psicoanalisi e che aveva questo di diverso: presentava tutta una serie di figure esclusivamente femminili, rappresentanti di una sede materna. Ripassando sul sogno, mi accorgo poi con pacato stupore che anche nella mia riflessione « disinteressata » di prima, il gruppo consonantico PT è · uscito immediatamente in post­ moderno e posate. Ecco che siamo così in grado di cogliere dal vivo quello che . continua ad apparirmi come l'enorme impulso di Jacques Lacan alla psicoanalisi, il succo di tutta la sua esperienza di psicoanalista e di ricercatore: intendo l'incidenza del puro significante, dei suoni del linguaggio svincolati dal significato delle parole, nella realtà psichica dell'uomo. . Un'incidenza che libera tutta la portata trasfor­ matrice della psicoanalisi, il suo valore di evento irriducibile sia alla rimemorazione che alla comprensione intersoggettiva. Un evento d'altra parte che non ha in sé nulla di mistico o di intuitivo. Un evento, vorrei dire non puntiforme, come si desume dal fatto che il gruppo consonantico contenuto nella parola copto rimanda a tutta la complessità, per la mente di un bambino ebreo, di una problematica inerente allo scontro tra culture che potremmo riassumere così: come conciliare l'occupazione coloniale con l'esistenza di una forma di religione appartenente alla famiglia delle confessioni cri­ stiane? (s. f.) 100

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