Il piccolo Hans - anno VIII - n. 31 - luglio-settembre 1981

in questa precipitazione meccanica, molecolare. Vi sono momenti sospesi nelle linee dei percorsi. E' l'incubo di Winckelmann che attende la nave e del cuoco toscano che cita Dante. Si trovano nella locanda sul mare, passa­ no i pomeriggi nelle caffetterie, guardano le monetei d'oro e d'argento con le effigi degli Asburgo. Sessualità che co­ mincia a parlare attraverso le monete. Le coltellate si scordano come il nome del celebre viaggiatore. L'archeologia ha contemplato il profondo. Assoluto della forma e vuoto. Così i borghesi ritratti da Tominz possono essere ritagliati nella stessa certezza che esibisco­ no i pionieri d'America. Il commercio rinuncia al colore, arriva a ignorare la differenza di razza, vuole superare il rischio. Progetto di un'eèonomia coerente, pianificata. Il decoro neoclassico deve fondarsi su magazzini bene aereati, le assicurazioni rendono insignificanti le avventure. Le religioni e le lin­ gue si armonizzano come le operazioni nelle banche, as­ segni e tratte che garantiscono la circolazione del corpo, il suo pulsare. Gli dei antichi reggono le insegne dei lloyd. Il problema di questa parabola è la forclusione di un nome. Dall'architettura lineare dell'imperatrice si genera un cancro nel sistema dell'imperatore. Numerose vene in­ tordibano la lucentezza dello specchio che la.città interro­ ga sulla propria prosperità e bellezza come la regina del reame nella favola. Incrinature con l'Austria, che deve ri­ condurre l'incandescente nucleo periferico al suo universo ben regolato. Tensioni tra i gruppi etnici che, un poco as­ sopite nel miracolo economico, sono presto destinate ad assumere la figura di tensioni di classe nel proliferare del tessuto borghese. L'incremento del capitale triestino ha la stessa forza erosiva degli speculatori che si aggirano come « coccodrilli » in Galizia intorno al petrolio. Deter­ minanti · sono le divisioni nel gruppo ebraico, che, esor­ cizzata l'emarginazione tradizionale, guida la città e sco­ pre il disàgio che comporta gestire il potere. Gli ebrei 87

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