Il piccolo Hans - anno VIII - n. 31 - luglio-settembre 1981
evviva? Forse che gli occhi riescono a rimanere asciutti quando la massa intona l'inno nazionale? Il soggetto si perde nella moltitudine, viene sommerso, alla fine perce pisce di confluire, di confondersi. Coriolano difendeva · con particolare ossessività il suo Io, rigido e indurito nei propri confini, dall'epidemia, dalle scene tenere e senti mentali. Cela le sue ferite, e percepisce ogni parola calda come umiliante lusinga. E' solido come una roccia, dicono di lui. Ed è tale veramente; la sua ira incontenibile vuo le travolgere, inondare Roma la ingrata; scaccia gli im ploranti, è pronto a distruggere la sua città natale alla testa dei manipoli nemici. Ma ben· sa che la sua forza è garantita dall'insensibilità e dalla distanza a cui si è posto dall'umano. La madre e la moglie in ginocchio e in lacrime lo pregano di non combattere contro la sua cit tà natale. « Io mi intenerisco e non sono di un'argilla più resistente di quella degli altri» (Atto V, Scena 3. trad. it. di Guido Ferrando). Con queste parole Coriolano sigilla la propria tragedia. Perde la fiducia dei propri alleati , che lo sopprimono. Ma già presentiva la morte della sua iden tità mentre percepiva il proprio intenerimento, mentre il calore degli affetti lo assaliva. Gli era chiaro che si tratta va di una resa all'antica minaccia. Concludiamo concisamente. Se seguiamo il destino e lo sviluppo dell'erotico uretrale, un istinto parziale, secon do il parametro della dinamica libidica, allora riusciamo stabilire solo vaghi rapporti tra i tratti distintivi del ca rattere. Se invece mettiamo in rapporto la dinamica libi dica, secondo una pertinenza diacronica, con la costruzio ne la formazione dell'apparato psichico e quindi dell'Io, allora riusciamo a modellizzare la personalità, il carattere uretrale nelle sue molteplici e varianti manifestazioni. Si delinea così un tracciato di sviluppo organico. Ricaviamo una struttura necessariamente solidale nelle componenti 54
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