Il piccolo Hans - anno VIII - n. 31 - luglio-settembre 1981
una barriera divide il soggetto che occupa il posto della ver.iJtà, dal piccolo a che rappresenta il godimento, il plus-de-jouir, il plus-valore di cui il servo viene privato. E' il luogo della fobia, che i .,- due casi che stiamo analiz zando accostati, Hans e Telma, ci ha permesso di indi- viduare. Il passaggio che resta aperto è, seguendo uno sposta mento in · senso antiorario, quello che · può lasciar spo stare il Sapere, S2, nel posto dominante, passaggio a que lo che Lacan chiama il discorso universitario o del mai tre modernizzato: Si a --�-- S1 S Ma nel nuovo discorso è già apparsa la nevrosi. La coincidenza dell'io con il Sapere divenuto esso in posi zione dominante, rende l'ossessivo schiavo della ripeti zione. Angoscia, sbarramento della fobia, nevrosi ossessi va. Possiamo forse tracciare un grafico in questa dire zione; l'abbiamo · riscontrata, questa successione, anche nel caso dell'« uomo dei lupi» (cfr. L'insegnamento della clinica, seminario 1979, pubblicato su il« Piccolo Hans»), dove tra la fase di angoscia e la nevrosi ossessiva, si« piaz za», per così dire, il sogno dei lupi bianchi e, appunto, la fobia. Nel caso del piccolo Hans riusciamo a cogliere quel momento di cui parla Freud in L'uomo Mosè e la religio ne monoteistica (Der Mann Moses und die monotheisti sche Religi'On, cfr. trad. it. in Opere, cit. vol. XI, p. 337 e segg.) steso tra il 1934 e il 1938. Quel momento in cui « il carattere della coazione si impone alla psiche sopraf facendo il pensiero logico» (cit. p. 395). Già nel 1932, nel la nuova serie di lezioni: Introduzione alla psicoanalisi 28
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