Il piccolo Hans - anno VIII - n. 31 - luglio-settembre 1981

si ha quando i due percorsi s'incrociano. E' alla fine del racconto « E se lei pensasse a un tradimento» (p. 32). Un uomo e una donna, alla fine di una giornata di la· voro, in città straniera, cenano insieme al ristorante ri· , velando, tra il gioco e il rito, tutta la presenza dell'at­ trazione erotica, quasi « oggettivandone » i richiami. E proprio da questa ricerca di « oggettivazione » nasce l'esi­ genza dell'assoluto. Dopo una passeggiata notturna i due rientrano in al­ bergo, ma si ritirano nelle camere separatamente. L'uomo dice a se stesso: « Può averlo preso per un tradimento, tutto, dalla cena all'abbandono, tutto come una prolun­ gata menzogna. Ma così non è. Lo saprò domattina, al tavolo della prima colazione, se ha capito, se è stata fe. lice, se lo può essere ancora. Ho voglia di pensare che la risposta sia un sì ». La forza conflittuale della presenza, la tensione della domanda diventano qui scelta di un assoluto. E' lui che decide i significati dell'incontro, anche per lei: e questo semplice atto d'arbitrio apre -la possibilità della verità dell'amore, forma un luogo compreso tra il crescere della tensione e il contatto dissolutivo con un altrove, un luogo dove non conta più quello che l'uno pensa dell'altro, dove c'è solo la verità. Nessuno potrà raccogliere i frutti dell'astinenza: è questo l'assoluto intoccabile che ripropone tutti i limiti della presenza, è questa la verità che dura il tempo di una notte, di un movimento. Cesare Viviani 239

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