Il piccolo Hans - anno VIII - n. 31 - luglio-settembre 1981

TZVETAN TODOROV, Mikhail Bakhtine, Le principe dialogique suivi de · Écrits du Cercle de Bakhtine Paris, Editions du Seuil, 1981 « Ogni enunciato ha sempre un destinatario (di na­ tura diversa, gradi diversi di prossimità, di specificità, di coscienza ecc.), di cui l'autorè dell'opera verbale crea e anticipa la comprensione rispondente. E' il ' secondo ' (in senso non aritmetico). Ma, oltre questo destinatario (del 'secondo ') l'autore dell'enunciato immagina, in mo­ do più o meno consapevole, un surdestinatario superiore (un terzo), la cui comprensione rispondente assolutamen­ te giusta è proiettata sia in un lontano metafisico, sia in un tempo storico anch'esso lontano(un destinatario di soccorso). In epoche diverse e in concezioni del mon­ do diverse, questo surdestinatario e la sua comprensione rispondente(idealmente giusta) ricevono diverse espres­ sioni ideologiche concrete (Dio, la verità assoluta, il giu­ dizio della coscienza umana imparziale, il popolo, il giu­ dizio della storia, della scienza ecc.). « L'autore non può mai affidarsi totalmente, se stesso e tutta la sua opera verbale, alla volontà completa e de­ finitiva dei destinatari presenti o prossimi(i discendenti prossimi possono ugualmente sbagliarsi) e immagina(...) (in modo più o meno consapevole) una sorte d'istanza su­ periore di comprensione rispondente, che può regredire in . direzioni diverse. Ogni dialogo avviene, in qualche mo­ do, sullo sfondo della comprensione rispondente di un terzo invisibile e presente che si tiene al di sopra dei partecipanti al dialogo(dei partners).(Cfr. la compren­ sione del carcere fascista o dell' ' inferno ' in Th. Mann in quanto mancanza assoluta d'ascolto, in quanto assenza assoluta del terzo.) « Il ' terzo ' in questione non è affatto una entità mi­ stica o metafisica(anche se, in certe concezioni del mon­ do, può ricevere un tale statuto); è un momento costitu­ tivo dell'enunciato intero, e un'analisi approfondita può scoprirvelo. Ciò discende dalla natura del discorso, che vuole essere inteso, che cerca sempre una comprensione rispondente e non si ferma alla comprensione più vilcina, 232

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