Il piccolo Hans - anno VIII - n. 31 - luglio-settembre 1981

Cento parole su Bartleby Quando l'Avvocato introdusse nel proprio studio il nuovo scrivano, per le note preferenze di questi egli non tardò a considerarlo un individuo · estremamente « pe­ ricoloso». Questo deprecabile giudizio, che fa soffrire l'Avvocato quanto Melville; è composto da numerosi ele­ menti. L'aporia, di çui spesso il grande romanziere fa uso attingendola da quella oggettiva che si espandeva ovunque nel corpus della nuova nazione americana (del­ la quale incertezza ci parla V. Amoroso nella sua lim­ pida introduzione al Cereno ), è qui, in questo racconto «shakespeariano», condotta ai suoi massimi limiti: l'immobilità. Di fatto la fine della storia si dissolve nel nulla, nel non-detto evidenziato. Le tappe dei sentimenti che vivranno nello spinto del­ l'Avvocato, provocati dalla presenza del misterioso Scri­ vano: rispetto, stupore, fascino, possessione (non è forse questi parte della stanza?), ribrezzo, rimorso... - sono tutti intrisi -d'aporia, poiché ciascuno contiene tutti gli altri e non in dosi eguali. Così, sin dall'inizio, poco dopo l'assunzione, il rispetto che egli prova per la «regola­ rità» (...) di Bartleby, contiene già in sé la repulsione. 216

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=