Il piccolo Hans - anno VIII - n. 31 - luglio-settembre 1981

rende ·ragione della ·scoperta psicoanailitica (quel.fa, appun­ to, secondo cui « nulla va perduto»). (g.g.) Dead ma read. E.H. Gombrlch cita nel ,suo Freud e l'arte (Tori'µo, Einaudi, 1967) due versi di Hilaire Bel:loc che de­ finisce ·«fumosi». Lo fa a proposito dei nessi, individuati da Freud, tra i:1 morto di •spirito e i.il fare poetico. I vel'Si sono: When I am dead I hope it may said / His sins were scarlet but his books were read («Mi auguro, da morto, ohe si possa dire di me: / I suoi peccati erano séadatti, ma i ,suoi libri erano il.etti). H gioco di parole rsi basa sulla pronunzia ,di read (leggere), ohe ail participio rpassato si :legge come red (rosso). Osserva Gombrich: «DevODJO essere pochi gli scrittori oui non si è mai presentatq il pensiero 1eggermente contur­ bante che la fama è più importante ,di una buO!Ila ireputa:zione. Ma è i,1 fatto accidentale del mezzo che '.Pèrmette di condensare questo pensiero in un gioco di pariole. Perdippiù è ila maestria dello scrittore che conferisce al motto di spi­ ri'to una forma concisa e , fucile da ritenere». Alla osservaziOIIle di Gombrich credo si possa aggiUIIl­ gere qualcosa. H read in finale del ·secOIIldo verso rima con il dead (morto) che chiude i:l primo emistichio del verso precedente. Vi è cioè un -ulteriore intervento . del processo di condensazione: i propri iibri non solo sono « più im­ portanti di una buona. reputazione», ma !rappresentano un esorci�- ,o almeno -un compenso - nei confronti della morte. Peccatori o no, ,siamo tutti mortali (e vi è un ulte­ riore elemento, di giustificazione del «peccato»); · ma il poeta vive oltre la morte. La Tima, ,con i:l suo paTtiiool:are effietto di rnfforzamento, ,lascia indurre che proprio que­ sta della morte è ['emergenza essenziale; mentre !la concet­ tosità del tema della « ,cattiva ·reputazione» si presenta co­ me una - forse persino ironica - - copertura. (m.-s.) · 201

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