Il piccolo Hans - anno VIII - n. 31 - luglio-settembre 1981
di Goethe a Karlsbad, non sarebbe stato possibile nessun viaggio entro l'Altro. Necessariamente esso s'arresta al di qua, necesariamente esso accumula per altri l'espe rienza di eventi significanti, necessariamente in esso si mescolano e si confondono l'ordine dell'immaginario e del simbolico; e tuttavia, in questi percorsi irrisolti dal l'immaginario al simbolico, il capriccio del fanciullo - così lo definisce Goethe stesso - può produrre un'og gettualità nuova, l'oggettualità della forma. Questi 'sp>lenclidi oggetti rSOnò per me �empire conoscenze nuov,e. Gli è che non ,siam.o vissuti con lo110, non siamo pe netrati nella �oro intimità. Mcuni ci attirano a sé con 'Vio lenza ta!Le, che, ·,di fronte ad altri si ·resta rper quakhe tempo in , dif ,fereniti, e ,perfino ingiusti. Così ad ; esempio, alcune te st,e colossali ,si sono tanto impadronite del mio ,spirito che quasi non ived� ncll' ailtro ,più. (op. cit., p. 601) L'ordine simbolico significante, misteriosamente, si instaura a partire da oggetti - dai corpi - e non dalla lettera e dalle . sue leggi. E' il dato questo, · insopprimi bile, che rende ancora attuale l'esperienza di Goethe - e il suo viaggio - ed apre questioni dentro ogni sistema assolutamente simbolico: della lettera, o della macchina, . o del riflesso animale. In Goethe, l'ordine immaginario, con ciò che di fantasmatico esso comporta - le teste colossali di Giove e di Giunone, un torso di Apollo, la bellezza - definisce via via con più precisione il campo e i modi dell'instaurarsi del simbolico, fuori dal dominio puro della lettera, nel corpo esteso di Roma - delle sue rovine. Anche 1e antichità romane cominciano a darmi di' l etto. Storia, iscrizioni, monete, de1'le quali non volevo sentiir par!Lare, tutto mi ,si affolla davanti. Quello che già nella Sto ria naturale mi aie.cadde, mi accade ora in quest'altro cam po: qui si riattaiooa tutta la ,storia del mondo ed io consi dero ccnne un mio 1 secondo natalizio, come una rvera rina scita, ii:l giorno in cui sono arrivato a Roma. (orp. cit., p. 602) 196 .
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