Il piccolo Hans - anno VIII - n. 31 - luglio-settembre 1981

• fine, internamente alle sue conosciute opposizioni - il vento e il sole, l'acqua e la terra, le onde e il porto - nel loro effettivo eterno ritorno, qualcosa si iscrive che non appartiene a quell'incessante fluire, pur partecipan­ done la vita e il movimento. Il verso di Virgilio, riportato con accurata e perfino banale proprietà dalla guida che Goethe continua a consultare, risuona di un nuovo còn� tenuto per ciò che di visibile si offre quale suo referente sensibile e immediato, ma soprattutto, per l'esaurirsi di questa immediatezza in esso - si direbbe quasi evocata - nella conoscenza che di esso si è consumata: l'affio­ rare intatto nelle cose di un'interiorità plasmata esatta­ mente secondo la stessa forma in cui il verso si ridice - oggi. Questa affermazione nella vita di qualcosa ritenuto morto, che con frequenza addirittura ossessiva ritorna lungo tutto il viaggio, questo sorprendente mostrarsi di un'antica deriva - soprattutto del latino, lingua morta per eccellenza, lingua non parlata - è ciò che cattura più di ogni altra cosa Goe _ the immettendolo in un mondo che pur coi suoi flutti rovinosi e i suoi fremiti, tuttavia, rimane meravigliosamente immoto, e calmo si offre alla riflessione: quasi vi fosse in esso un segreto più nasco­ stamente malizioso, un'ironia, attenta a non sconcer­ tare o impaurire il viaggiatore che casualmente vi appro­ da. Quasi vi fosse consapevolezza che la lingua è il corpo stesso di questo viaggio, come di ogni viaggio dentro l'Altro. ... che le torri di Malcesine [):On a,vevano nuHa di nott:a­ bi1e se non per segnare esse il confine tra il territorio di Venezia e :l'Impero d'Austria. lo replicai, con molte parole, 1che per me erano degne di attenzione non soltanto 1e anti­ ohità grnche o romane, ma anche quelle del Medioevo. A questo punto iil ,so,le sorse per fortuna ad illuminare splen­ dida:mente torri rocca e mura, ed io cominciai a des,criver ioro oon entusiasmo ,1a ,scena -superba. Ad un tra/tto tutti voltarono indieti:io la testa ,per vedere coi propri occhi quel- 187

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