Il piccolo Hans - anno VIII - n. 31 - luglio-settembre 1981
di attrarre e coinvolgere entro sé il soggetto stesso di questa domanda, ò se si vuole, di questa affezione; è di questo coinvolgimento che si fa rappresentazione la fi gura del confine, quale figura capace di sviluppare da sé il doppio dell'esternità e dell'internità, simmetriche ep pure inequivalenti allo stesso tempo , sovrapponentesi ep pure differentemente estese, dilatata verso l'orizzonte in avanti la prima - sì che la linea di confine è l'inizio di uno stare identificato - sospesa e china su un abisso perennemente mutante la seconda - tanto ç:he il luogo del confine si fa occasione di perdita di sé - sempre co munque legate, anche se non dialetticamente collegate, a individuare l'evento futuro: altro, eppure iscritto entro lo stesso limite. Goethe, fissando retrospettivamente le tappe che avevano segnato il senso del suo viaggio - compiuto e annotato tra il 1786 e il 1788, ma redatto e pubblicato solo intorno al 1816 - sapeva di produrre la grande linea che divide il mezzogiorno dal settentrione . come necessità artefatta del suo itinerario, e forse, della sua opera intera. Dopo la mezzanotte i,l vento soffia da DJord a sud; rpel'Ciò chi vuole attraverisare H lago per ·1a lunghezza <leve partire v , erso queH'ora; la corrente dei venti ,cambia direzione quai che ora prima deH'alba e ,soffia verso no·rd. H Volkmann m'insegna che questo lago un tempo ,si chiamava Bena:cus e riferisice un verso di Virgilio che lo tricorida: Fluctibus et fremitu resonans Benace marino. E' il primo verso latino i� cui contenuto mi stia viivo innanzi agli oochi; ,e in questo istante, ment:r;e H vento au menta sempre più -1a sua violenza e i:1 lago infrange contro ill porto 1 le sue. on<late ,sempre più alte, anche oggi, dico., questo verso è v e ro come tanti secoli or sono. (op. cit., pp. 453-4) E' una lingua che, prima, segna l'esserci costante del l'altro. Entro la divisione instaurata dalla linea di con- 186
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