Il piccolo Hans - anno VIII - n. 31 - luglio-settembre 1981

Alla libertà, alla riconoscenza, all'assenza di colpa, alla sincerità, K. preferisce l'angoscia, come scrive a Mi­ lena: ,lon'tano da te non rposso vivere se non dando piena­ mente Tagi10,ne a11'angoscia; dandole più retta di quanto eSl�a non vogli:a, e '1o faocio senza costrizione, con en­ tusiasmo, ,mi ·ri'verso in essa {p. 110 L.M.) L'angoscia («non per . nu ll a sei ebreo e sai che cosa sia l'angoscia», dice a se stesso, p. 74 L.M.) è la sua na­ tura: fa mia natura è angoscia (p. 76 L.M.) Così non 'ho nessuno qui, tranne ·l'angoscia, •stretti insieme e ,convulsi ci ,rotoli'amo attrave:riso le notti (p. 104 L.M.) Con , la sua mano contro la mia strozza, che è davvero [a cosa rpiù orrenda ohe abbia mai ,sperimentata o possa sperimentare (,p. 111 L.M.) K. è abituato a vivere: lei la sua vera sposa. io con l' ,angoscia a Praga... trasciniamo invano la nostra vita ·coniugale (p . . 111 L.M.) L'angoscia è per K. quell'apertura al suo proprio nul­ la che gli fa dire: «Per me non ,c'.era nulla da fare» (p. 104 L.P.); « io devo scegliere il niente» (p. 117 L.P.). Aper_to al suo esistere come essere-gettato solo per la propria fine, K. è «inadatto alla vita» (p. 119 L.P.); ra­ dicalmente estraneo al progetto che essa implica, visto che « nessuna parte del mio essere entrava nel loro (del­ la . famiglia, e la famiglia è per K. « la rappresentante della vita», p. 323 D.) mondo» (p. 206 L.M.). Alla stazione eretta, paterna, K. ancora oppone l'aper- 176

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