Il piccolo Hans - anno VIII - n. 31 - luglio-settembre 1981
E' sempre il bambino di fronte alla «cuoca»: Mi formavo, imploravo .perdono, elila mi trascinava avan tii, io minaociavo di fargliela pagare dai miei genitori, ella ,rideva, qui era onnipotente... (,p. 72 L.M.) Di fronte all'onnipotenza della Donna, K. torna nella posizione della «bestia»: Ripensai chi ero, nei tuoi ·occhi ID:Oil 'lessi più alcuna illusione, provai il ter:rore in 1sogno ,di vivere in qual che :luogo che Il/OD. ,era il mio, come se fossi a icasa mia, questo terrore Io ,provai ,realmente, dovetti ritornare nel buio, non , sopportavo il ·sole, ero disperato veramente come una bestia smaririta, incominciai a oorrere a più non posso. (;p. 199 L.M.) E' intorno alla fobia del contatto, all'ambivalenza che genera (quella «inibizione» che lo «serra intorno») che si produce il rovesciamento, o «metamorfosi»; così il nome Milena, che era «buono» diventa «cattivo», e le lettere, che erano «felicità», diventano solo «tormen to». Dell'ambivalenza è frutto quel movimento di deside rio e repulsione, di vicinanza e di fuga («Non solo la tua vicinanza fisica, ma tu stessa sei tranquillante-inquie tante», p. 166 L.M.), in cui Kafka prende-rifiuta la Don na; secondo una tonalità emotiva per cui la presenza discreta del Femminile si muta nell'immagine terrifi cante della Medusa, e ciò che è il più familiare (Heimlich) è anche il più sinistro (Unheimlich). Tu devi avere la testa grandiosa della Medusa, così guizzano i serpenti del terrorie intorno al tuo capo e, intorno al mio, ancor più selvaggi i 1serpenti dell'an goscia (p. 65 L.M.) Ciò che prima era grembo, è ora simbolo minaccio so: la testa mozza e orripilante della Medusa - «gran· 160
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