Il piccolo Hans - anno VIII - n. 31 - luglio-settembre 1981
cida precisione nella lettera al Padre. Non v'è per lui una Terra su cui fondare l'abitare che entrambi quegli atti intendono. V'è solo uno spazio per K., falso naturalmen te: la fiction della lettera, e della scrittura. Nelle lettere, nei romanzi, e nei racconti, K. disegna H non-luogo per il suo non-abitare nel mondo: abitazioni false , mendaci dimore, che l'apolide K. vorrebbe bruciate; quando la morte lo porta nel non-luogo che gli è proprio, in quanto proprio dell'uomo. 2. La lettera Nella lettera si disegna un luogo. Essa è unità di luo go che si offre al tempo e allo spazio di un discorso: « casa» in cui un discorso può abitare, un colloquio acca dere, una relazione tra l'io e il tu «provarsi». Per Kafka in vita la lettera è in verità l'unico luogo della relazione: solo in quello spazio egli può fare le prove di quel rap porto dell'io e del tu che non seppe sostenere altrove: né nella casa, né nel matrimonio. Nella lettera; invece, K. circoscrive uno spazio in cui con-tenere la presenza dell'altro. E' dal lato interno di quella superficie garan tita che è la lettera, le cui frontiere può sigillare, che K. fronteggia l'Altro. Chiusa poi la lettera nella busta, K. lascia che la lettera viaggi, attraversi lo spazio: facen done una sorta di suo doppio, lui che ha tanta difficoltà a viaggiare, ad arricchirsi in luoghi stranieri, a progettare aperture. La lettera sostituisce, o meglio supplisce alle difficoltà del suo padrone: e diventa il go-between, ruf fiana intermediaria che va dall'uno all'altro, avvicinando l'interno dell'uno all'esterno dell'altro, e viceversa, inces santemente. Ma soprattutto la lettera è ruffiana, perché traffica nel commercio della vita: si indirizz _ a fiduciosa nelle strade, riconosce dimore, e in esse pensa/crede di trovare chi 153
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=