Il piccolo Hans - anno VIII - n. 31 - luglio-settembre 1981
dice Antigone, che gli Dei hanno propriamente decretato per l'uomo. Se grande è l'offesa che Creonte fa agli Dei negando al corpo di Polinice sepoltura è per questo: per ché egli rifiuta all'uomo ciò che gli è piu proprio. Lo spazio della morte è lo spazio propriamente umano che a nessun uomo, colpevole o innocente che sia, può essere negato. E comunque non è l'uomo Creante con la sua legge che può decidere su questo. Antigone combatte dunque per rispettare la geome tria divina: per tracciare la«vera» frontiera che recinge il «vero» abitare dell'uomo. E se «disobbediente» la · chiama Creante, è perché egli è accecato da una hybris che dovrà ben presto pagare. E' lui che intendono quei versi del primo stasimo (Antistrofe U) che dicono: Una certa inteHigenza e il , senso inventivo del'l'arte ,avendo, superiore a ogni previsione, ora a 1 l male, ora al bene si volge; 1 le leggi ,sconvolgendo del suo paese e la giustizia de' sacri giuramenti, si fa capo dello Stato La città di Creonte è costruzione che viola l'Aperto e poi dimentica della violenza che l'ha costituita, vuol de cretare anche il luogo della morte: addirittura scambiare i luoghi per il morto e per il vivo. Ad Antigone disobbe diente, ma viva, Creante assegna quel luogo della morte che aveva rifiutato al morto Polinice. Disobbediente è Antigone, secondo Creante, come colei che non vuol sta re«al posto assegnatole»: perché se è compagno«leale e buono» chi sa stare «nel posto a lui assegnato» (pro stetagménon ), questo non è certamente Antigone. Anti gone, sempre secondo Creante, non si colloca nell'ordine, nella giusta classe cui il verbo prostdsso rimanda. Di qui l'anarchia, e: «bisogna difendere le cose ben ordinate (kosmouménois) », dice Creante. 151
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