Il piccolo Hans - anno VIII - n. 31 - luglio-settembre 1981
supposizione. A parte l'accortezza, da parte di Ariosto, di non far trovare a Lipadusa i più forti esponenti della cri stianità, per rendere . meno impari lo scontro, e far pri meggiare Orlando, va osservato che nel corso della ten zone viene ferito a morte Brandimarte, protagonista del più tenero amore del poema: il suo spirare detta al poeta la famosa spezzatura del nome dell'amata (« Né men ti raccomando la mia Fiordi... - ma dir non pote: -...ligi -, e qui finio»). La pugna si è perciò conclusa vittoriosamente, ma non vi è gioia nel campo cristiano, né i:r;i Orlando. A questo punto inizia il viaggio di Rinaldo, e leggiamo il racconto dell'Etiope. Il cambiamento di atmosfera non potrebbe essere più radicale: alla vita si addice il dolore e il pian to, ma la vita è anche, sempre, altro: l'ironia ariostesca si fa saggezza. L'« osceno» fa, questa volta, da barriera all'intenerimento, e al suo possibile decadere in patetico. Perciò il racconto che il nocchiero fa della vicenda di J\!"gia ed Anselmo, anche. se cronologicamente precede il fatto d'arme di Lipadusa, deve venir collocato dopo - di esso e dopo la pietà per Brandimarte. 7. « Ariosto e gli arabi » Ariosto y los Arabes è il titolo della poesia di Borges dalla quale abbiamo tratto l'esergo di questo scritto 17• Il poeta argentino, rievocando il Furioso, che anch'egli definisce « risplendente labirinto», rileva come il sogno ariostesco, che aveva incluso tutta la ricchezza delle nar razioni arabe (donde viene l'ippogrifo? « dalla Persia o dal Parnaso»?), sia ormai, come per · magia nera, ridotto « A pura erudizione, a mera storia» e « solo sta, a so gnarsi». · Non occorre, si sa, che la fi gu razione poetica risponda al vero - anche se certo lo arieggia. Ciò che traspare 145
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