Il piccolo Hans - anno VIII - n. 31 - luglio-settembre 1981

gono dal sogno del bambino piangente e del cane parlan­ te, il significato più grave di un ripudio: «Allontanati da me». Ma nella rievocazione del gesto compiuto in tram dallo zio, lo zio per il quale Telma ha già usato la defi­ nizione professionale di «procuratore», qualcosa di «re­ spingente» viene curiosamente a saldarsi con il vocabo­ lo «procura», così come il sogno li ha condensati nella · frase «ampollosa e arcaica», « procura di allontanarti da me». Prnprio nei giorni del sogno, l'analizzante ha dato la procura generale al marito, visto che la sua repulsione per tutto ciò che è «legale » è pari al senso di incapacità che prova nei riguardi del sapere e, aggiunge, anche nei riguardi di tutto ciò che è «meccanico», per esempio il funzionamento della sua automobile che pure accetta di guidare. La ripresa del sogno ne richiama i personaggi. Un bambino che piange in corridoio (il corridoio percorso da Telma sognatrice o sonnambula) e un cane. Telma ricorda che, quando aveva circa sette anni, un cane l'ave­ va tenuta inchiodata con le zampe contro un muro, e lei era rimasta immobile, tra le zampe del cane, paralizzata dalla paura, finché non erano venuti gli adulti a liberarla. Ma c'è un altro episodio, che risale più o meno alla stessa età, che Telma ha ricordato più volte in analisi co­ me l'inizio, lei dice, della sua «nevrosi». Ritornata a stare con i genitori, aveva avuto finalmente una camera tutta per sé, per la quale aveva sviluppato una specie di · culto. Benché infatti non la tenesse affatto in ordine, aveva la sensazione che il disordine fosse portato dalla entrata di altri nella stanza e aveva tracciato tra il capo del letto e l'armadio una linea immaginaria che nessuno doveva oltrepassare. Lungo questa linea, unico oggetto della sua attività ordinatrice, usava mettere in fila i suoi giochi, fogli di carta o costruzioni, che passava il tempo a 14

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=