Il piccolo Hans - anno VIII - n. 31 - luglio-settembre 1981

gio che Rinaldo paladino, ubbidendo a malincuore all'or­ dine di Re Carlo, compie in Bretagna (Inghilterra) in cer­ ca di aiuti: « Rinaldo l'altro e l'altro giorno scorse / spinto dal vento, un gran spazio di mare, / quando a ponente e quando contro l'Orse / che notte e dì non cessa mai soffiare. / Sopra la Scozia ultimamente sor­ se, / dove la selva Caledonia appare» (IV, 51). Subito il mare è denotato come « gran spazio», luogo, come si è detto, del passaggio, ma anche - al pari della selva -dell'avventura: che immediatamente si palesa, allorché, nel canto II, Rinaldo lo sfida, sotto la forma di « tem­ pesta rea» che « naufragio minaccia» (II, 28). Più for­ tunato, Rinaldo, del cugino Orlando, che, partito da San Malò alla volta dell'isola ' di Ebuda, venne respinto, « col legno afflitto», « dove il fiume d'Anversa ha foce in mare» (IX, 18, 17), e si distrasse nell'impresa di Olim­ pia. Anche la tempesta marina, come il bivio, disloca gli eroi or qua or là, intricandoli in impreviste vicende. Come luogo dell'avventura, il mare è dimora di mo­ stri. A Ebuda Orlando voleva recarsi per liberare le don· ne dall'orrenda consuetudine che le dava in pasto al­ l'Orca; muoveva il conte la sua generosità (« come quel ch'alcun atto iniquo e brutto / non può sentire, e d'a­ scoltar gli pesa» (VII, 14)), ma anche il timore che gli abitanti di Ebuda avessero catturato Angelica, da lui in­ vano ovunque cercata in un'« amorosa inchiesta» che du­ rerà dall'autunno alla primavera (una delle non frequen­ ti indicazioni di « tempi lunghi» nel poema). Ma sarà Ruggiero, con l'aiuto dell'Ippogrifo e dello scudo incan­ tato di Atlante, a salvare Angelica, che casualmente aveva visto dall'alto del suo volo, dal mostro; a Orlando, giunto troppo tardi, non rimarrà che uccidere l'Orca nel mo­ mento in cui questa si accingeva a divorare Olimpia, che per una delle studiate peripezie circolari del Furioso, abbandonata da Bireno, era stata anch'ella catturata da­ gli abitanti di Ebuda. 135

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