Il piccolo Hans - anno VIII - n. 31 - luglio-settembre 1981

do l'etimo, . senza confini, o frontiere. In questo spazio i personaggi si muovono in piena libertà. Orlando, che in­ segue Angelica, « e per lei / in India, in Media, in Tar­ taria lasciato / avea infiniti et immortal trofei», perdu­ tala « L'ha cercata per Francia: or s'apparecchia / per Italia cercarla e per Lamagna, / per la nuova Castiglia e per la vecchia, / e poi passare in Libia il mar di Spa­ gna» (XII, 4). E il percorso, soltanto immaginato da Orlando, viene compiuto « a sì gran corso / che l'aquila e il falcon vola assai meno» (XXXIII, 96 e segg.), da Astolf_o, che « Poi che de' Galli ebbe il paese scorso » si spinge, sorvolando la Spagna, il Marocco, Algier, Tu­ nigi, Tripoli, l'Egitto, sino alla gran corte del Senapa d'Etiopia. Attraversare questo spazio, queste distanze, implica l'uso costante di verbi, avverbi, locuzioni, qualificativi le­ gati alla velocità: già nei primi versi del canto I: « e più leggier correa nella foresta» (10), «Timida pastorella mai sì presta / non volse piede innanzi a serpe crudo» (ibid.); «e per la selva a tutta briglia il caccia» (13); «che quanto può m , enar de le calcagna / colei lo caccia al bosco e alla campagna» (17); « da quattro sproni il destrier punto arriva» (22); « il destrier sordo a lui non riede / anzi più se ne va sempre veloce» (32); e Ange­ lica «Fugge» (33), sino alla repentina apparizione di un guerriero (Bradamante) - paragonato ad un « fulmi­ ne» (65) - che abbatte Sacripante e subito scompare, « correndo a tutta briglia si disserra / e prima che di briga esca il pagano / un miglio o poco meno è già lon · tano» (64). Un'analisi statistica del lessico ariostesco non po- . trebbe che confermare questo occasionale prelievo, sino al « fuggì» nella clausola finale dell'ottava che chiude il poema; mentre d'altro lato la grande varietà dei tempi verbali (aoristo, imperfetto, piucheperfetto, presente sto­ rico, futuro) determina parallelamente allo zig-zag spa- 131

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