Il piccolo Hans - anno VIII - n. 31 - luglio-settembre 1981

Estensi dal « seme fecondo» di Bradamante e Ruggiero, e attraverso di loro, dalla stirpe di Troia. La sotterranea spelonca ove tale genealogia è compiutamente esposta (Canto III, ottave 24-62) è, come l'antro della Pitia, un luogo di comunicaziorie, non a caso · ctonio, tra due tempi separati: il passato della finzione, il presente agio- . grafico e storico. La frontiera temporale è netta e inva­ licabile, se non per opera di magia. 2. Uno spazio senza frontiere Il tempo del Furioso è dunque altamente elaborato; la varietà dei suoi piani, lo spostarsi sistematico dall'uno all'altro, l'artificio magico introdotto a garantirne la con­ tinuità, o almeno il collegamento, lo costituiscono come fondante di quella ironia che ne rappresenta il leit-motiv, la grande figura di pensiero entro cui esso è inscritto. Proprio a cagione di ciò il tempo del Furioso è un nodo stretto, che andrebbe districato da un'analisi assai più minuziosa e penetrante di quanto le brevi note che pre­ cedono non pretendono certo di essere: « rudi scaglie» - per dirla col nostro poeta, ma stavolta senza la sua ironia - levate « con lo scalpello inetto» (III, 4). « Il lettore ha tutta l'aria che vuole - ha scritto Franco For­ tini - aria tra gli eventi, spazi, ... ma tempo no: il tem· po dell'Ariosto ha forma di ellisse; è, come quello dei pianeti tempo della ripetizione» 4 : ma forse non casual­ mente aveva manifestato, all'inizio del suo intervento, il proprio « disagio» di fronte al Furioso « il senso di alcunché di nitido e sfuggente». La ricerca del tempo ariostesco è tutta da compiere. Gli assi spaziali orizzontali sono, al contrario, nel Fu­ rioso, tutti dispiegati: vanno dal Catai di Angelica al­ l'Oceano Atlantico, dall'iperborea Islanda all'adusta Etio­ pia, abbracciando un territorio sconfinato, cioè, secon- 130

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