Il piccolo Hans - anno VIII - n. 31 - luglio-settembre 1981

manzo classico greco, ove il cronotopo appare abbastanza rigidamente codificato. Ad una estensione nello spazio delle vicende - che spesso assumono la forma del vìag­ gio - fa riscontro, al contrario, un tempo «astratto», definito da Bachtin «tempo d'avventura». Nel rcm.1nzo greco «l'elaborazione di questo tempo d'avventura e la tecnica del suo impiego... sono già così alte e plene che .tutto il successivo sviluppo del romanzo puramente d'av­ venture fino ai nostri giorni non ha aggiunto ad esse alcunché di sostanziale» 2 • All'interno tuttavia di questo «tempo d'avventura» si palesano modifiche evolutive e tipologiche, tra le quali Bachtin individua e sottolinea le peculiarità del romanzo cavalleresco e del suo cronotopo, che definisce come «mondo prodigioso nel tempo d'avventura» 3 • E' facile rilevare come la quasi totalità delle caratteristiche che egli enuclea si attagliano, a prima vista, quasi punto per punto alle modalità di costruzione del Furioso. Ma il modello di Bachtin, come tutti i modelli, ha una duplice valenza: individuazione di un codice strutturale e possi· bilità di misurare gli scarti che rispetto a tale codice i singoli testi presentano. Il tempo entro cui si muovono le molteplici vicende del Furioso è certo un tempo «astratto», scarsamente misurabile e valutabile in termini di «tempo reale». Una caratteristica che la maniera ariostesca della simulta neità degli eventi, del loro incastrarsi - anche «tecnica­ mente» con l'uso dell'interruzione e della sospensione delle varie «storie» - accentua ulteriormente. Le ecce­ zioni, quando vi siano, sono sempre funzionab; e su una di esse, la più vistosa, la lentezza - del viaggio di Rinaldo che vanamente tenta di giungere in tempo per · la tenzone di Lipadusa, ritorneremo. Ma la tessitura del poema è tutta segnata da una diacronia, che ha significato e portata strutturali: al piano temporale astratto entro cui le vicende s1 svol- 128

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