Il piccolo Hans - anno VIII - n. 31 - luglio-settembre 1981

e del sonno? Là escono mostri « derisori come la faccia del colonnello Tejero », e qui - cancellato ogni confine nella depressione, in questa « addomesticata peste» - si ripiega ( « chi si muove, chi interviene, chi si pensa, chi si batte?»), tra « sparatorie e galere», in una « compia­ cenza nella contemplazione dell'errore». Non corre que­ sta parola, come un'istigazione, una domanda d'intesa, al testo di C.? Il rifiuto di questa compiacenza è anche un modo di accogliere (come fa il libro di R.) Xavier, Antonio Armit, Federico Sanchez, Martin Santos e la moglie Rodo, che era così fiduciosa nel suo impegno, così pronta a tenere dalla parte di Rossana, a convincere Luis Martin che, sì, « in ogni caso bisognava lavorare, si poteva lavorare»: incontri anche della nostra coscienza, di questi giorni. Italo Viola 1 Rossana Rossanda, Un viaggio inutile (o della politica co- · me educazione sentimentale), Milano, Bompiani, 1981, pp. 114- 115. 2 Milano, Garzanti, 1981. I numeri tra parentesi, accanto ai passi annotati o alle citazioni, indicano le pagine di questo libro o del libro di Rossana· Rossanda. L'alternativa dovrebbe essere risolta cgni volta dal contesto. 3 Poiché non posso ripetere ogni volta il suo nome per in­ tero (non perché è bizzarro, come dice lei, ma perché riuscirebbe ingombrante come ogni altro nome), dovrei scrivere, come si fa, la Rossanda, e, non so perché, non mi piace. Quando non mi andrà di ricorrere all'impiego consuetudinario e un po' scialbo dell'iniziale, chiamerò l'autrice di Un viaggio inutile solo per nome. Eventualità come queste sono previste con immancabile ironia da lei stessa, le rare volte che nel libro si tratta come personaggio di un racconto. 4 Con parole come queste il critico familiarizza con Proust; puoi cercarne in L'angelo della notte di Giovanni Macchia (Mi� lano, Rizzoli, 1979), « da tutto quello che si è scritto» prendendo 125

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=